Il mondo, o almeno una parte, si è mobilitato per andare in soccorso della popolazione che deve fronteggiare la mancanza di generi di ogni tipo
Le conseguenze della guerra, come sempre, ricadono sui civili che si vedono costretti ad improvvisare per reperire cibo, proteggere i bambini, mettersi al riparo. In questa situazione di odio assurdo sono intervenute tante iniziative solidali di vario tipo, in diverse parti del mondo.
È bello sapere che nel nostro Paese si sono sviluppate tante iniziative spontanee per cercare di portare un contributo alla difficile situazione. Ma vediamo quali sono, invece, le manifestazioni internazionali legate alla gastronomia a vario titolo che stanno raccogliendo fondi per i civili.
Ai rifugiati in fuga occorre di tutto a partire dall’indispensabile: acqua e cibo. Un pasto caldo è necessario, innanzitutto, per sopravvivere e combattere il freddo. Per rispondere all’emergenza, il World Food Programme delle Nazioni Unite ha avviato un’operazione per l’invio di denaro e cibo agli ucraini che lasciano il Paese: secondo l’Unhcr, si tratta di un milione di persone, un numero destinato a crescere e a raggiungere i 3 milioni e mezzo di rifugiati.
Nelle postazioni di accoglienza, al confine, si verifica la presenza di tanti volontari: la ong World central kitchen, fondata nel 2010 a seguito del terremoto ad Haiti dallo chef José Andrés, è operativa nel sud della Polonia, presso otto valichi di frontiera con l’Ucraina ed ha già distribuito migliaia di pasti, anche grazie alla collaborazione con decine di ristoranti polacchi attraverso l’iniziativa #chefsforukraine. Wck sta fornendo supporto nella preparazione del cibo ai ristoranti locali in cinque città ucraine, comprese Odessa e Leopoli.
Ma il cibo è anche mezzo per raccogliere donazioni. Dall’esperienza di #CookforSyria, la chef russa Alissa Timoshkina e la chef Olia Hercules, ucraina, hanno lanciato #Cookforukraine. Le due donne, residenti a Londra, invitano a supportare l’Ucraina cucinando piatti tradizionali e facendo donazioni sulla pagina Justgiving. Finora sono state raccolte oltre 111mila sterline che saranno devolute all’Unicef.
Dall’iniziativa Bakers Against Racism è nato, poi, l’hashtag #bakeforukraine che invita fornai, chef, appassionati di cucina a organizzare vendite di prodotti da forno per raccogliere fondi per le associazioni attive nell’emergenza rifugiati.
Il ristorante ucraino più celebre di New York, Veselka, donerà il 100 per cento del ricavato di ogni piatto di borscht (la zuppa tradizionale ucraina) venduto nel locale. E anche in Italia si moltiplicano iniziative simili: da PizzAut, la pizzeria di Cassina de’ Pecchi (Mi) che offre lavoro a ragazzi autistici promuovendo l’inclusione sociale, da qualche giorno in menù è stata inserita la pizza “No War”, i cui proventi saranno destinati alla popolazione ucraina.