La plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato praticamente all’unanimità la nuova legislazione “Seveso III

La plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha approvato praticamente all’unanimità (593 sì, 10 no, 7 astenuti) la nuova legislazione “Seveso III” (si tratta dell’aggiornamento di norme precedenti), che mira a migliorare l’accesso alle informazioni sugli impianti europei che contengono sostanze pericolose per la salute e sui loro piani di emergenza.

Le nuove norme interessano circa 10mila aziende valutate pericolose secondo un nuovo sistema di classificazione basato su standard internazionali. “L’aggiornamento di Seveso è un grande successo, che aumenterà la protezione contro gli incidenti gravi collegati a sostanze pericolose e fornirà ai cittadini un adeguato accesso alle informazioni – ha dichiarato Richard Seeber (Ppe), parlando a nome del relatore János Áder, che ha recentemente lasciato il Parlamento europeo per diventare presidente dell’Ungheria.

Le nuove norme sono state già concordate nel negoziato con i rappresentanti dei governi e dovranno ricevere l’assenso formale del Consiglio dell’Unione europea per entrare in vigore nel giugno 2015. Le industrie dei veleni, ma anche quelle che producono fuochi d’artificio, saranno ispezionate almeno una volta all’anno. Gli impianti a rischio cosiddetto “limitato” dovranno comunque essere ispezionati almeno una volta ogni tre anni. Ma in caso di denunce, lamentele o sospette violazioni delle regole dovranno essere fatti nuovi controlli da parte delle autorità nazionali. Inoltre, per evitare il cosiddetto “effetto domino” di incidenti chimici, gli stabilimenti vicini a quelli pericolosi, dovranno fornire informazioni specifiche sui materiali utilizzati anche se non coperti dalle norme della “Seveso III”.

Le sostanze chimiche cancerogene largamente diffuse in prodotti e ambienti dovranno essere ritirate dal mercato nei prossimi cinque anni. Le nuove norme garantiscono che i cittadini abbiano diritto a informazioni comprensibili sulle installazioni, anche in formato elettronico, e possano esprimere la propria opinione su questioni quali l’espansione dei siti e la pianificazione di emergenza.

La normativa “Seveso”, è bene ricordarlo, prende il nome dalla città lombarda di 23mila abitanti, attualmente nella provincia di Monza, che nel 1976 ha subito le conseguenze di un grave incidente nell’azienda chimica Icmesa di Meda: la fuoriuscita della nube di diossina Tcdd, tra le sostanze tossiche più pericolose, investì una vasta area di terreni nei comuni limitrofi della bassa Brianza, in particolare Seveso.