Sull’imu agricola torna il caos a quattro giorni dalla scadenza del pagamento. Il Tar del Lazio ieri ha deciso di non prorogarne la sospensione per i terreni montani calcolata sui nuovi criteri altimetrici, ma di valutare direttamente nel merito i vari ricorsi fatti da alcuni Comuni e Anci regionali.
Il problema è che la data del pagamento dell’Imu relativa al 2014, già rinvita rispetto al 16 dicembre scorso, dovrà essere versata entro il 26 gennaio.
” Troppo poco tempo” tuonano le associazioni agricole, che invece ritengono più corretto ripristinare le esenzioni in vigore precedentemente e che su questo punto si aspettavano un chiarimento dal consiglio dei ministri. Sotto accusa è il parametro altimetrico adottato per l’imposta 2014 che non tiene conto delle peculiarità territoriali e delle coltivazioni; l’applicazione del tributo prevedeva, infatti, un’esenzione in modo indifferenziato solo per i terreni montani al di sopra di 600 metri d’altitudine; esenti invece quelli coltivati da imprenditori agricoli professionisti e coltivatori diretti tra i 600 metri e i 281 metri d’altitudine, mentre al di sotto erano tutti tenuti all’intero versamento.
Invece nel Consiglio dei ministri di martedì non è stata presa nessuna decisione sulla spinosa questione. Da qui la richiesta del mondo agricolo ai ministri dell’Economia e dell’Agricoltura di prorogare la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione. Urge, quindi, fare chiarezza. I Comuni montani rischiano di perdere ben 350 milioni di euro secondo la Consulta dei Piccoli Comuni di Anci Liguria, che insieme ad altre Anci regionali aveva chiamato in causa il Tar.
Per il momento il governo ha solo fatto sapere di avere l’intenzione di stabilire il ripristino della situazione originaria di totale esenzione dal pagamento dei terreni agricoli montani, escludendo anche gli agricoltori professionali nei comuni parzialmente montani.