Sono 120 le aziende e le associazioni che parteciperanno a Milano alla prima edizione di Agrizeromatching, la Borsa della Filiera Agroalimentare locale, in programma domenica 20 gennaio alla Società Umanitaria di Milano.
A presentare l’iniziativa sono stati gli assessori Stefano Boeri (Cultura, Moda, Design e Agricoltura) e Franco D’Alfonso (Commercio, Attività produttive e Turismo) del Comune di Milano. “E’ molto importante il lavoro che Milano sta facendo sulle forme di produzione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti agricoli coltivati nell’area milanese – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Stefano Boeri -: un lavoro di ricerca, di sperimentazione, di innovazione e di sostegno a tutti gli attori della filiera agroalimentare, per promuovere il consumo dei prodotti agricoli ‘a chilometro zero’ e rilanciare così a Milano l’agricoltura di prossimità”.
“Come amministrazione siamo già attivi nel promuovere nuovi stili di vita e di consumo capaci di valorizzare il ‘km zero’ e la filiera corta, basti pensare che tra meno di un anno riaprirà il Mercato comunale coperto di QT8 interamente dedicato a questa tipologia di prodotti che oggi trovano sempre maggior spazio e crescenti quote di mercato”, cosi l’assessore al Commercio, attività produttive Franco D’Alfonso.
“Auspico – conclude l’assessore – che le aziende agricole e gli agriturismi milanesi incomincino fare rete e sistema offrendo inedite opportunità turistiche coniugando cosi il buon cibo e scoperta del territorio in vista di Expo 2015“. Obiettivo di “Agrizeromatching”, la prima la Borsa della filiera agroalimentare locale, è rinforzare e creare nuovi modelli distributivi, che favoriscano le aziende agricole e i consumatori.
In Lombardia, secondo l’ultima ricerca Nomisma, il settore vale già 387 milioni di euro e vede impegnate 6.000 aziende. Considerata la crescita globale dell’agricoltura, e in particolare del ‘km zero’, è chiaramente intuibile l’importanza di capire e sostenere la crescita, che finora è avvenuta in autofinanziamento, visto che solo l’11% delle imprese negli ultimi dieci ani ha ricevuto contributi pubblici pur avviando processi di cambiamento strutturali delle proprie attività.
Nel campione esaminato dalla ricerca il 55% delle aziende è convenzionale, il 35% biologico o in conversione e il 10% adotta sistemi di agricoltura integrata. Solo il 25% delle imprese lavora in consorzi per la distribuzione e promozione, questa percentuale arriva al 39% per quelle biologiche, e scende all’11 nelle convenzionali.