Si tratta di territorio con un patrimonio geologico particolare e una strategia di sviluppo sostenibile. In Italia sono ormai ben 11.

Si amplia il patrimonio naturale italiano, e comincia ad avere grandi risultati internazionali. E’ il caso dei geoparchi, che ora sono undici: gli ultimi due a entrare nella rete mondiale geoparchi Unesco sono stati il Parco nazionale della Maiella e il Parco nazionale dell’Aspromonte. Nel mondo se ne contano ben 169, disseminati in 44 paesi.

Geoparco Unesco, che cosa è

Conosciamo meglio questa particolare figura. Un geoparco  è un territorio che possiede un patrimonio geologico particolare e una strategia di sviluppo sostenibile. La classificazione è internazionale e pertanto sono parecchie le caratteristiche richieste per entrare in questa importante rete: l’area deve avere confini ben definiti e sufficiente estensione per consentire uno sviluppo economico efficace del comprensorio, in più un geoparco deve comprendere un certo numero di siti geologici di particolare importanza in termini di qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo.

La maggior parte dei siti presenti nel territorio di un geoparco deve appartenere al patrimonio geologico, ma l’interesse può essere archeologico, naturalistico, storico o culturale. I siti di un geoparco devono esse collegati in rete e beneficiare di misure di protezione e gestione. Ma vi sono anche delle norme severe per continuare a farne parte: per esempio non è tollerata alcuna distruzione o vendita di reperti geologici di un geoparco.

E come si gestisce un geoparco? Si deve essere capaci di rinforzare la protezione, la valorizzazione e le politiche di sviluppo sostenibile all’interno del proprio territorio.

Per tutti questi motivi dunque, tali aree hanno un ruolo attivo nello sviluppo economico del territorio e devono realizzare un impatto positivo sulle condizioni di vita degli abitanti e sull’ambiente.

 I geoparchi italiani

I geoparchi italiani sono 11 e si trovano lungo tutto il paese: la Rocca di Cerere e il Parco delle Madonie in Sicilia; il Parco nazionale della Beigua in Liguria; il Parco naturale Adamello Brenta in Trentino; il Parco nazionale del Cilento,Vallo di Diano e Alburni; il Parco minerario toscano e quello regionale delle Alpi Apuane in Toscana; il Sesia Val Grande geopark in Piemonte; il Parco nazionale del Pollino tra Basilicata e Calabria.

I due ultimi nominati dall’Unesco arrivano a questo traguardo dopo un percorso durato anni: la nascita del Geoparco Majella  è stata possibile per l’elevata geodiversità del territorio che vanta 95 geositi di cui almeno 22 di valore internazionale. Mentre il riconoscimento per l’Aspromonte consentirà di valorizzare 8 geositi di rilevanza internazionale, 89 geositi censiti, oltre che le sue specificità culturali, identitarie e naturalistiche.