Secondo US News & World Report, portale specializzato nella pubblicazione di classifiche utili ai cittadini, il suo gradimento è in crescita anche in Paesi legati ad altre tradizioni alimentari.

Esattamente dieci anni fa veniva consacrata come Patrimonio immateriale dell’Umanità‘ Unesco. Da allora in la Dieta Mediterranea ha assunto i connotati della tendenza globale. Secondo US News & World Report, portale specializzato nella pubblicazione di classifiche utili ai cittadini, il suo gradimento è in crescita anche in Paesi legati ad altre tradizioni alimentari. Non solo per il gusto ma anche per la consapevolezza di come le scelte alimentari impattano non solo sulla nostra salute, ma su quella del Pianeta. In 10 anni il consumo mondiale di pasta è passato da quasi 9 a circa 15 milioni di tonnellate annue.

La pasta è la traduzione più immediata del concetto di mangiare mediterraneo. Un recente studio del Wwf ha calcolato che un piatto di pasta al pomodoro (100 grammi) ha un’impronta di carbonio di appena 0,492 kg mentre l’impronta idrica e’ pari ad appena 231,4 litri. Pochissimo, se confrontato con altri alimenti.

Il modello della Doppia Piramide Alimentare e Ambientale, sviluppato dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, evidenzia quanto l’impatto sul pianeta dei cibi alla base della piramide della Dieta Mediterranea, frutta, verdura, legumi e cereali come la pasta, sia inferiore rispetto a quello degli alimenti che stanno all’apice.

In Italia ci sono segnali di un certo allontanamento della popolazione dalla Dieta Mediterranea. Solo il 41% della popolazione del Nord Italia mangia seguendo questo modello, appena il 16,8% nel Centro Italia e il 42,1% nel Sud del Paese (Fonte: European Journal of Public Health, 2019). In Italia si mangia sempre più fast food, c’è meno convivialità a tavola e si fa meno attività fisica. In un recente studio su 30 Paesi, l’Organizzazione mondiale della sanità evidenzia il problema sovrappeso e obesità tra i bambini italiani.