A qualche mese dall’emanazione del decreto ministeriale Rinnovabili del 6 luglio 2012 le previsioni sul futuro del settore eolico sono incerte.
È sicuramente necessario che la nuova normativa faccia il suo corso, ma come emerge chiaramente dal testo del decreto e come testimoniano le imprese italiane la crescita che il settore ha avuto fino ad oggi in termini di sviluppo dell’installato si è rallentata.

Inoltre il contesto finanziario internazionale rende necessario il raggiungimento degli obiettivi europei del pacchetto clima 20/20/20 in maniera efficiente, a tal fine sembra necessario utilizzare strumenti nuovi che per l’eolico stimolino ulteriore competitività nella selezione dei siti ma al contempo consentano agli operatori di continuare a realizzare impianti.

In tale contesto si rende indispensabile un ripensamento del meccanismo di incentivazione che deve passare dal conto energia al conto capitale, in modo da essere più efficiente e meno costoso. Inoltre tale passaggio consentirebbe di superare almeno in parte la crisi attuale delle imprese nell’accesso al credito. A tal fine un altro elemento per garantire il soddisfacimento degli standard europei cui l’Italia ha volontariamente aderito è di stimolare la maggiore durata possibile delle iniziative e migliorarne le performances degli impianti esistenti con ulteriori evoluzioni dell’attività di gestione dei medesimi.

Infatti rendere più efficiente in termini di produzione gli impianti, grazie al miglioramento dei prodotti e dei servizi relativi alla gestione e alla manutenzione, consentirebbe alle imprese di ridurre il pericolo derivante dalla riduzione sensibile dei profitti derivante dall’abbassamento significativo degli incentivi e dall’introduzione scellerata della Robin Tax.

Non va infine trascurato il potenziale occupazionale di questo settore, cioè dei servizi, che anzi è la principale voce di occupazione di lunga durata del comparto. Infatti gestire un parco eolico in tutti i suoi aspetti richiede impiego di forza lavoro qualificata nel medio e lungo periodo. Secondo lo studio Anev-Uil 2012, infatti, il solo settore dell’O&M per l’eolico può potenzialmente arrivare ad impiegare 25mila addetti circa al 2020, rispetto ai 12mila attuali; per una cifra complessiva nel comparto eolico generale di 67mila occupati al 2020 rispetto ai 39mila attuali.

Spunti importanti per puntare sempre più sull’industria nazionale dell’eolico, stimolando innovazione, ricerca e servizi per questa tecnologia che ha raggiunto oramai numeri significativi.