Non dobbiamo sottovalutare l’importanza della comunicazione
Da sempre la Politica agricola comune ha avuto un ruolo preminente non solo in quanto primaria voce del budget – della Comunità europea prima e dell’Unione europea poi – ma soprattutto come “cemento” e quindi momento unificante tra i popoli e gli Stati d’Europa.
Pertanto una condizione essenziale per il suo stesso buon funzionamento – in termini tanto di raggiungimento dei target di spesa pubblica, quanto del reale soddisfacimento delle esigenze di agricoltori ed altri portatori d’interesse – è proprio la buona comunicazione innanzitutto del suo funzionamento e poi dei risultati concreti raggiunti.
Comunicare la Pac non è stato mai facile e i mezzi utilizzati sono stati inizialmente quelli più “generalisti”: dalla radio alla televisione, fino alla stampa, con un crescere negli anni recenti di quella di settore, con pagine dedicate a specifici temi, anche in collaborazione con le Regioni. Negli anni, la divulgazione della Pac, affidata inizialmente in tandem agli ex ispettorati agrari (poi passati alle Regioni e alle Province autonome) e alle organizzazioni agricole si è evoluta, puntando sempre di più su sistemi di “comunicazione diretta” con l’agricoltore e con gli stakeholders di settore. Se inizialmente la comunicazione diretta avveniva direttamente sul campo, negli anni l’attivazione di seminari – ovviamente in presenza – e la capacità di elaborare supporti su carta e poi su floppy disk e CD-Rom si è particolarmente affinata, unitamente alla scelta di rapporti di collaborazione mirati con la stampa di settore. L’avvento dei mezzi di comunicazione web ha velocizzato ancora di più la comunicazione, rendendola più efficiente, ma caricando i comunicatori di maggiori responsabilità, accresciute dall’innalzarsi della velocità di comunicazione, strettamente correlata alla possibilità di commettere errori di comunicazione.
La realizzazione di progetti come Smartpac – con webinar, seminari in presenza, podcast – necessita di un elevato livello di preparazione ad una comunicazione particolarmente precisa, che deve al tempo stesso stare al passo con la continua evoluzione di scadenze, proroghe e rinvii – sia sul fronte del primo che del secondo pilastro, quest’ultimo strettamente legato ai programmi regionali per lo sviluppo rurale. Tutti fattori che impongono scelte sul che cosa comunicare, a chi, quando, come, quando e perché.
Comunicazione e qualità del servizio
Questo perché gli stakeholders percepiscono in pieno l’alto valore della comunicazione della Pac e al tempo stesso hanno un’aspettativa elevata in termini di qualità del servizio, visto che negli anni l’evoluzione della comunicazione della Pac appena descritta si è accompagnata ad una crescita degli investimenti finalizzati al suo stesso sviluppo.
La nuova frontiera della comunicazione – imposta dai social network – è quella dell’interattività: si tratta di una sfida per comunicatori che già devono essere veloci, affidabili e precisi. Perché questa nuova frontiera non può essere elusa, mentre aumenta i rischi di errore.
Una buona comunicazione della Pac però conviene a tutti: rende la platea dei potenziali beneficiari realmente proattivi verso le forme di aiuto che sono loro destinate e – al tempo stesso – è di non piccolo ausilio nel raggiungimento dei target di spesa e di obiettivi di sviluppo concreti che servono a tenere vivi territori, aree rurali.
La buona comunicazione della Pac ha una nuova sfida da raccogliere e una nuova battaglia da vincere: riuscire a fare breccia nelle aree rurali interne, colpite negli ultimi anni da non nuove forme di spopolamento, legate alla ripresa migratoria verso le città dei giovani. È una sfida importante, lì dove la Pac da sola non basta, perché negli anni saranno le politiche di Coesione a dover giocare un ruolo importante insieme alle politiche Agricole per evitare il definitivo abbandono delle aree di montagna, che per ovvie ragioni ambientali, paesaggistiche ed idrogeologiche hanno la necessità di mantenere un importante presidio delle comunità umane.
Dott. Mimmo Pelagalli
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