Diatriba tra la Regione Piemonte e una multinazionale svizzera

In questi giorni un argomento “dolce” tiene banco; la disputa tra la svizzera Lindt e il cioccolatino tipicamente piemontese, attiva sui tavoli di Bruxelles. È la Regione Piemonte, con un comunicato ufficiale, ad avere alzato i toni per proteggere nome e fattura (e qualità) di questo tipico prodotto della manifattura torinese. “Il presidente della Regione Piemonte, Cirio, ha portato all’attenzione del commissario europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, la questione del riconoscimento della denominazione del Gianduiotto Piemonte Igp.

L’incontro, che si è svolto in videocollegamento, era stato preannunciato a inizio settimana al termine di un confronto organizzato dallo stesso Cirio con esponenti del Consiglio regionale, i rappresentanti del Comitato promotore del marchio gianduiotto Igp di Torino, guidato dal cioccolatiere Castagna e da una rappresentanza di 40 aziende del territorio, dai big come Ferrero, Domori e Venchi fino agli artigiani, come Gobino e La Perla. 

Ma qual è il punto? “Il cioccolatino di cacao e nocciole è un marchio di proprietà di Torino e del Piemonte non di una singola azienda, italiana o svizzera che sia”, aveva affermato il presidente della Regione avvertendo che avrebbe portato la sfida con gli svizzeri di Lindt a Roma e a Bruxelles. “Durante l’incontro, precisa la nota, sono state ripercorse le tappe dell’iter di riconoscimento della denominazione, iniziato a marzo del 2022, a cui la Regione ha dato parere positivo a settembre dello stesso anno. La pratica è ora all’esame del ministero dell’Agricoltura con l’opposizione di una multinazionale che rivendica la titolarità del marchio e obietta sulla titolarità del Comitato di proteggere la denominazione con la richiesta del riconoscimento Igp”.

Wojciechowski ha ringraziato la Regione per aver segnalato questa problematica e ha assicurato che nel rispetto delle regole europee in tema di tutela delle denominazioni, farà tutto ciò che è in suo potere per difendere il legame tra i marchi dei prodotti e la loro città o Regione d’origine. Alla luce delle verifiche effettuate, la Regione e il Comitato intendono proseguire nella richiesta inoltrata al ministero, certi oggi anche più di ieri della correttezza delle proprie istanze a tutela del proprio territorio.

“Il riconoscimento Igp -dichiara il presidente Cirio– non vuole essere un marchio commerciale, ma uno strumento per garantire questa eccellenza dolciaria come patrimonio comune di tutto il Piemonte e dei cioccolatieri che vorranno seguire la ricetta autentica”, .

La pratica è ora all’esame del ministero dell’Agricoltura per l’opposizione di Caffarel (gruppo Lindt), l’azienda di Luserna San Giovanni a cui si deve la prima ricetta industriale del cioccolatino. È lei, o meglio la casa madre svizzera Lindt, ad avere bloccato l’approvazione del disciplinare ritenuto “incompatibile” con “l’autentico gianduiotto”: secondo i contestatori svizzeri, infatti, prevede troppe nocciole (il 30,45%) e niente latte in polvere.

Come hanno messo in risalto parecchi esperti, quello che infastidisce è che di fatto, per motivi quasi incomprensibili, se si esclude qualche motivazione prettamente economica (quella del gianduiotto è una filiera che da sola vale oltre 200 milioni di Euro), Zurigo “vuole decidere come si fa il gianduiotto di Torino. Per questo la Lindt propone un disciplinare che preveda una percentuale di latte al 10%, anche se nel 1865 quando Caffarel industrializzò il prodotto, il latte in polvere non era ancora stato inventato. Non solo: gli svizzeri pretendono anche una quantità più bassa di nocciole, più o meno intorno al 26% rispetto all’attuale 35%”. 

Dal canto loro gli industriali del cioccolato in un comunicato hanno affermato: “Caffarel – parte del Gruppo Lindt & Sprüngli dal 1998 – è un marchio storico fondato a Torino nel 1826, conosciuto in tutto il mondo come ambasciatore del Made in Italy, nonché riconosciuto per aver inventato il Gianduiotto, oltre 150 anni fa. A riprova del forte legame con il territorio, Gianduia 1865. L’autentico Gianduiotto di Torino ancora oggi viene prodotto nello storico stabilimento di Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, utilizzando l’antico metodo dell’estrusione e solo con nocciole Piemonte IGP. Il Gianduiotto rimane il prodotto di punta del brand Caffarel che lo distribuisce in Italia e all’estero, generando valore per l’economia nazionale e per l’immagine dell’Italia nel mondo.

A ulteriore testimonianza della lunga tradizione che caratterizza il brand, nel 2022 Caffarel Gianduia 1865. L’autentico Gianduiotto di Torino sono stati inseriti nel Registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, curato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per valorizzare le eccellenze italiane registrate da almeno cinquant’anni e storicamente legate al territorio. Alla luce del comune obiettivo di tutela del Gianduiotto come eccellenza del Made in Italy nel mondo, Caffarel ribadisce che la propria volontà è sempre stata quella di identificare un accordo di valore, e auspica che si possa presto giungere a una soluzione comune, che soddisfi tutte le parti coinvolte riguardo alla denominazione dei propri prodotti”.