Tanto, secondo l’Ismea, costerà a tutto il comparto l’emanazione dell’ultimo dpcm. L’anno dovrebbe chiudersi, sempre secondo Ismea, con un triste -12%
Una brutta tegola, una disavventura da ben 41 miliardi per l’alimentare. È questo il costo che il comparto dovrà sostenere, in seguito all’emanazione delle nuove misure adottate dal Governo per l’emergenza coronavirus.
Le nuove regole andranno ad impattare su un settore già duramente provato dal lockdown totale della primavera scorsa e solo in parziale ripresa negli ultimi mesi, grazie all’estate. Sulla base delle nuove norme che limiteranno l’attività di ristoranti, bar, pub, enoteche l’Ismea stima – per il 2020 – un arretramento della spesa per consumi alimentari fuori casa del -48% rispetto al 2019, con una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro. Una cifra astronomica.
Non basta, ma parallelamente, come accaduto nei mesi passati, si prevede una nuova accelerazione degli acquisti presso la distribuzione, moderna e tradizionale che, sempre per il 2020, potrebbe portare a un incremento della spesa domestica pari al +7%, per un valore corrispondente di circa 11,5 miliardi di euro. Il bilancio della spesa finale complessiva per prodotti agroalimentari sarà quindi di quasi 30 miliardi di euro in meno (-12%).