Nell’ultimo triennio, tra il 2019 e il 2022, le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 34%
Nell’ultimo decennio l’apprezzamento in favore dell’agroalimentare italiano sui mercati esteri è in costante aumento. L’export è cresciuto al ritmo del 7,6% all’anno, maggiore di quello delle esportazioni mondiali (+5,6%), con una quota di mercato che passa dal 2,8% del 2012 al 3,4% nel 2022. Lo share dell’agroalimentare made in Italy sui mercati internazionali è uguale a quello della Spagna, anch’essa contraddistinta da uno spiccato dinamismo dell’export, mentre è inferiore alle quote di Germania e Francia (rispettivamente del 4,8% e 4,3% nel 2022), che tuttavia si sono ridotte nel decennio. Il peso dell’export tricolore sulle spedizioni comunitarie si attesta al 10%, al pari di quello spagnolo, più contenuto di quello francese e tedesco. Ma in generale, e presso la quasi totalità dei principali paesi acquirenti, l’Italia ha migliorato il suo posizionamento competitivo.
Il Rapporto ismea sull’agroalimentare italiano
Sono alcuni dati del Rapporto Ismea sull’agroalimentare italiano, presentato ieri, alla presenza del Ministro dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida e che ha visto confrontarsi sui temi dell’inflazione, dei rapporti nella filiera e della competitività internazionale esperti, esponenti della comunità scientifica e Presidenti delle principali sigle associative dell’intera filiera, dalla parte agricola alla trasformazione industriale alla distribuzione e del Commercio estero (ICE).
Nel triennio più recente, tra il 2019 e il 2022, le esportazioni agroalimentari italiane sono aumentate del 34%, superando il record di 60 miliardi di euro nel 2022 e, nello stesso periodo, le importazioni sono cresciute del 37%. La bilancia commerciale agroalimentare è migliorata nel triennio, con il saldo in attivo nel 2020 e nel 2021; mentre nel 2022 si è consolidato il surplus per i trasformati, ma è aumentato contemporaneamente il deficit della fase agricola, facendo tornare in negativo – sia pur di poco – il saldo complessivo.
Italia, un confronto con i competitor
Nel confronto con i partner europei, il settore agroalimentare tedesco è quello che mostra il maggior livello d’integrazione commerciale internazionale, grazie anche alla forte presenza all’estero, specie in Europa, della sua distribuzione alimentare; la Francia, al contrario, è il paese più orientato al proprio mercato interno.
La Francia – a parte i vini – è specializzata principalmente nell’esportazione di materie prime agricole, mentre Italia e Germania in quella di prodotti trasformati. L’Italia è leader mondiale nell’export di trasformati di pomodoro, pasta, vino, formaggi; la Spagna si focalizza su ortofrutta, olio d’oliva e carni suine. Nel complesso, considerando i primi 20 prodotti esportati da ciascun paese, l’Italia è seconda solo alla Francia in termini di prezzo medio, che segnala un alto livello di qualità delle esportazioni, mentre Germania e Spagna, caratterizzate da valori medi unitari inferiori, tendono ad esercitare una concorrenza di prezzo.