L’influenza aviaria può causare gravi malattie e dato il potenziale di diffusione dell’H5N1 è necessaria un’azione urgente
La comunità scientifa è preoccupata. Ricordate la pandemia da Covid -19? C’è qualcuno che dice che dobbiamo prepararci. L’appello lanciato da un gruppo di scienziati americani è stato pubblicato sulla rivista Science. Esso svela l’urgenza di prendere precauzioni in vista di un possibile salto di specie dell’aviaria ad alta patogenicità. Il virus si è già adattato a ospiti mammiferi, tra cui bovini da latte, causando sporadiche infezioni nell’uomo.
Preoccupano le evoluzioni del virus, che ha “guadagnato” degli amminoacidi che lo rendono più pericoloso per l’uomo.

La pandemia fra gli animali domestici
Il nuovo H5N1 si è dimostrato letale nei gatti domestici, che lo possono contrarre entrando in contatto con uccelli malati, ma anche dal cibo per animali non sterilizzato adeguatamente. In Italia sono stati registrati due casi nel Bolognese.
Rischi e precauzioni per gli esseri umani
Le autorità sanitarie rassicurano che il rischio di trasmissione del virus H5 agli esseri umani resta al momento basso. Le categorie più esposte sono ancora i lavoratori agricoli, il rischio principale è che nei gatti la malattia non venga individuata ma scambiata per altro: a portare alla morte sono i sintomi neurologici più che quelli respiratori più tipici dell’influenza.
Il problema dei vaccini per l’uomo
“Ad oggi – le affermazioni preoccupate degli studiosi Jesse L. Goodman, Norman W. Baylor, Rebecca Katz, Lawrence O. Gostin, Rick A. Bright, Nicole Lurie, Bruce G. Gellin -, la rapida disponibilità di un vaccino influenzale è fortemente limitata dalle tecnologie attualmente approvate, come i vaccini a base di proteine. La disponibilità del vaccino è inoltre rallentata dal tempo necessario per condurre valutazioni di immunogenicità ed efficacia e altri test sui lotti. Inoltre, molte agenzie regolatorie non hanno le risorse e la capacità necessarie per valutare rapidamente ma in modo robusto i vaccini pandemici”.
E allora cosa dovremmo fare? “Per semplificare lo sviluppo, la valutazione, la produzione e l’accesso ai vaccini, l’industria, i governi e gli enti regolatori dovrebbero migliorare la collaborazione sulle nuove tecnologie, come i vaccini a mRna e i vaccini che utilizzano nuovi antigeni; allineare i percorsi e i requisiti normativi; modernizzare la valutazione dell’immunogenicità e gli strumenti di rilascio dei lotti. Per garantire un accesso equo, dovrebbe essere istituito un quadro globale, che includa un’entità in grado di fornire finanziamenti e acquisti anticipati di vaccini per i Paesi a basso e medio reddito”, continuano gli studiosi. In sostanza, una nuova catastrofe pandemica metterebbe a nudo tutti gli scompensi della società odierna.
Come immunizzarsi
I programmi di immunizzazione richiedono una pianificazione anticipata. Il loro successo richiede ruoli, responsabilità e finanziamenti definiti, ed un’efficace gestione delle informazioni e della catena di fornitura. Le strategie dovrebbero basarsi sull’esperienza fatta con l’influenza stagionale, con Covid-19 e altri focolai, e utilizzare le infrastrutture esistenti, coinvolgendo chi dovrà implementare i programmi. “La pianificazione dell’immunizzazione e delle comunicazioni deve essere integrata e coinvolgere le comunità interessate, e deve trascendere le divisioni politiche”.

I nuovi piani anti-pandemia
C’è anche la necessità di nuovi piani di risposta alla pandemia che, secondo gli esperti, “dovrebbero essere sottoposti a test approfonditi, durante i quali i Paesi dovrebbero condividere i loro programmi e guide d’azione e formare collaborazioni globali che incorporino diversi scenari di malattia e strategie di immunizzazione. Iniziative simili dovrebbero essere predisposte per affrontare le epidemie agricole in corso. Migliorare la nostra prontezza ora – concludono – può salvare vite e ridurre le interruzioni sociali ed economiche se l’H5N1 o un altro focolaio diventassero una pandemia”.