Sono 15.300 i tecnopatici o i loro superstiti che ad oggi hanno beneficiato del Fondo per le vittime dell’amianto, istituito presso l’Inail con la Finanziaria del 2008 e finanziato per tre quarti dal bilancio dello Stato e per un quarto dalle imprese.
La platea dei beneficiari è stata individuata dall’Istituto attraverso l’estrazione dei casi dalla propria banca dati, che comprende un numero più ampio di vittime dell’amianto, con una puntuale verifica a livello territoriale quando necessario. Lo ha spiegato Angela Goggiamani, della Sovrintendenza medica generale dell’Inail, intervenendo a Venezia alla seconda giornata della Conferenza governativa sull’amianto presso la sede della Fondazione Giorgio Cini, sull’isola di San Giorgio Maggiore.
A CHI SPETTA LA PRESTAZIONE AGGIUNTIVA – L’erogazione della prestazione aggiuntiva prevista dal Fondo riguarda, in particolare, i lavoratori titolari di una rendita diretta, anche unificata, ai quali sia stata riconosciuta dall’Inail una patologia asbesto-correlata per esposizione all’amianto o alla fibra “fiberfrax”, la cui inabilità o menomazione abbia concorso al raggiungimento del grado minimo indennizzabile in rendita. Oppure i loro familiari, individuati ai sensi dell’articolo 85 del Testo Unico, titolari di rendita ai superstiti, nel caso in cui la patologia asbesto-correlata abbia avuto un ruolo nel determinare la morte dell’assicurato.
NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI RICONOSCIUTE 1.328 MALATTIE NEL 2011 – Nel corso della sua presentazione, inserita nell’ambito della sessione di lavori dedicata alla sanità pubblica e alla ricerca epidemiologica, Goggiamani ha tracciato il quadro della tutela assicurativa garantita dall’Istituto. Nel 2011 le denunce presentate all’Inail per patologie da asbesto – asbestosi, neoplasie (mesoteliomi e carcinoma del polmone) e placche pleuriche – nel settore dell’industria e dei servizi sono state 2.219. Tra queste 1.328, pari al 59,8%, sono state riconosciute come malattie di origine professionale. Le denunce sono leggermente in calo rispetto alle 2.267 presentate nel 2010, che hanno portato al riconoscimento di 1.567 casi, con un tasso del 69,1% rispetto al totale.
L’ANDAMENTO STORICO DELLE DENUNCE – Nel settore dell’industria e dei servizi l’andamento storico delle denunce presentate mostra una crescita costante delle neoplasie da asbesto, passate da poche decine nel 1994 fino a sfiorare quota 1.200 nel 2009. Nello stesso arco temporale il numero delle asbestosi denunciate ha oscillato tra 500 e 900 casi all’anno, con la significativa eccezione del 1996, quando è stata superata quota 1.200. Nel caso delle placche pleuriche l’analisi, limitata al periodo 2003-2009, mostra invece un trend in calo: dalle oltre 600 denunce presentate nel 2003, infatti, si è passati ai circa 400 casi del 2009.
TASSO DI RICONOSCIMENTO VICINO ALL’80% PER PLACCHE, MESOTELIOMI E CARCINOMI – L’analisi relativa ai dati Inail del triennio 2005-2007 rivela tassi di riconoscimento di poco inferiori all’80 per cento delle denunce presentate per placche e ispessimenti pleurici (79,6%), mesoteliomi (79,5%) e carcinomi polmonari (77,2%), mentre nel caso dell’asbestosi la percentuale dei riconoscimenti si ferma al 53,6%.
L’EMERSIONE DELLE MALATTIE PERDUTE E SCONOSCIUTE – Concludendo il suo intervento, Goggiamani ha sottolineato come il miglioramento della tutela prevenzionale e assicurativa del lavoratore possa essere garantito solo attraverso una puntuale mappatura del rischio e un’accurata analisi dei danni, che consentono l’emersione delle cosiddette malattie perdute e sconosciute che non vengono denunciate all’Inail. Questo risultato può essere ottenuto utilizzando e integrando banche dati e registri specifici, esaminando la letteratura scientifica più recente e anche con la partecipazione e il supporto tecnico alla Commissione scientifica per l’aggiornamento dell’elenco e delle tabelle delle malattie professionali (ex art.10 d. lgs. 38/2000).