Si va molto più in enoteca e meno al supermercato. Cresce il ricorso all’online e la ricerca di qualità, scende il valore medio acquistato. Il tutto, probabilmente, è eredità del momento pandemico
Probabilmente è un effetto della pandemia, ma sta di fatto che gli italiani ora vogliono un rapporto più diretto con il vino e lo comprano di più in enoteche e cantine, anche online, e meno al supermercato.
Lo svela il rapporto congiunto di Area Studi Mediobanca, Ufficio Studi Sace e Ipsos sul settore vino. La propensione dei consumatori ad acquistare bottiglie nella gdo è calata di 6 punti: il 58% degli italiani che in epoca pre-Covid sceglieva tale canale di approvvigionamento oggi è pari al 52%. La grande distribuzione rimane il canale preferito per l’acquisto di vino, ma mostra dinamiche in evoluzione con una sempre maggiore ricerca di qualità, specificità e unicità.
La conferma ce l’abbiamo dalla percentuale di persone che ha iniziato a frequentare enoteche, cantine e negozi specializzati. L’aumento degli acquisti in enoteca ha coinvolto, in primis, l’universo femminile (con un decremento dei non frequentatori dell’8% (dal 52% ante Covid al 44% del 2021), ma ha toccato tutti i segmenti della società, con riduzioni del 5% tra i Millennials, del 6% nella Generazione X e tra i Baby Boomers. Sono in aumento anche gli acquirenti di vino nelle cantine dei produttori: nel periodo pre-Covid gli italiani che non si erano mai recati in una cantina di un produttore erano il 46%, oggi scesi al 39%.
L’acquisto online è poi la novità dell’ultimo anno. L’e-commerce di proprietà consente alle persone di accedere direttamente al viticoltore: prima del lockdown il 71% degli italiani non aveva mai fatto un acquisto online dai siti di una cantina, oggi la quota è scesa di sette punti (64%). Alcuni tratti – fa notare lo studio – accomunano i nuovi comportamenti di acquisto dei consumatori: la ricerca di qualità; il valore del locale, dei suoi prodotti e delle imprese; il ricorso al delivery food.
Se si osserva la propensione alla spesa in termini di costo della bottiglia, la tendenza, anche se con scostamenti minimi, sembra essere orientata verso due fenomeni: una crescente polarizzazione della fascia di prezzo, con l’accentuarsi della forbice tra bottiglie di livello basso e alto; un conseguente indebolimento della fascia di prezzo intermedia, con uno scivolamento verso quella inferiore. Infine, il tema bio fa registrare tre distinti livelli di interesse: i bio-attratti, altamente interessati ai vini biologici e che rappresentano il 36% dei bevitori, i bio-light, caratterizzati da un approccio non convinto e un po’ modaiolo ai prodotti biologici che arrivano al 33%, e infine i bio-refrattari che formano il residuo 31%. Tra i bio-attratti si possono trovare dei veri e propri bio-fan, che sono in parte anche high-spender, e valgono il 24% dei consumatori di vino