L’Italia ritorna al consumo pre-crisi (2009-2010) sfiorando i 200 milioni di tappi fatti volare in 365 giorni, e  sfiora le 500 milioni di bottiglie con destinazioni estere.

Poco meno di 700 milioni le bottiglie di spumante (escluso frizzanti) consumate nel 2018, fra mercato interno e mercati esteri. L’Italia si conferma un Paese produttore di metodo italiano per il 95,5%. Un record assoluto il valore generato all’origine in cantina per spedizioni nazionali ed estere pari a 2,233 mld di euro. L’Italia ritorna al consumo pre-crisi (2009-2010) sfiorando i 200 milioni di tappi fatti volare in 365 giorni, e  sfiora le 500 milioni di bottiglie con destinazioni estere.

“Un traguardo quantità che salva il consumo mondiale di tutti i vini italiani sul mercato interno e nei mercati esteri, fatte alcune pochissime eccezione dei leader noti. Ma in Italia si consuma il 30%, mentre in Spagna il 32% e in Francia il 53% del prodotto nazionale; il fatturato all’origine dei vini spumanti francesi è ben più del doppio con 2/3 della nostra produzione, e degli spagnoli è di circa 1,2 mld euro; il Cava è consumato in 135 paesi e lo Champagne in 190. Il consumo è ‘proseccocentrico’: vale il 15% di tutto il vino italiano, e il 65% di tutti gli spumanti italiani rappresentando il 79% dei volumi consumati. Purtroppo c’è un ritorno alla stagionalizzazione e alla ricorrenza-eventi dei consumi in Italia, mentre all’estero si allarga il target dei consumatori, arrivando alle nuove generazioni e alla ristorazione non italiana. Resta il gap del valore, anche se negli ultimi 10 anni è quasi raddoppiato il valore finale medio di una bottiglia del sistema-universo Prosecco Docg-Doc”, la nota di sintesi dell’Ovse, l’Osservatorio Economico Vini

L’Italia si conferma primo produttore al mondo di bollicine con uve e vini proprie, si conferma il paese con il maggior numero di vitigni utilizzati per produrre bollicine; il Paese incrementa ancor più la leadership nell’esportazione totale di casse di bottiglie nel mondo. Sul mercato nazionale c’è un ritorno ai consumi concentrati in occasioni speciali: circa il 53% delle bottiglie è stappato in 30 giorni a fine anno. Il consumatore chiede più bollicine secche e brut indipendentemente dal metodo di produzione, per scelta alimentare per tipo, momento e luogo di consumo, ma chiede anche più assistenza e competenza nei consumi al banco e nei ristoranti normali. I tempi cambiano ed i consumatori pure.

Ma la novità assoluta è costituita dalle decine di nuove etichette del centro-sud Italia ottenute con metodi diversi ma da vitigni autoctoni non tradizionalmente spumantizzati, come Nebbiolo o Negroamaro. Grande impulso nell’anno per le bollicine Rosè, non comuni per gli italiani. Forte ripresa dei consumi nell’horeca, soprattutto ristoranti stellati e di pregio. Forte ripresa delle vendite dirette in cantina a prova di un sempre rinato consumo domestico. Per la prima volta anche in Italia, cresce di più il valore che i volumi, grazie soprattutto all’Universo Prosecco e ripresa dei consumi da parte della prima generazione (16-40 anni).

Il Regno Unito si conferma il primo paese  al mondo consumatore di bollicine tricolori: 124 mio/bott di cui 115 di Prosecco in crescita continua anche a due cifre negli ultimi 7 anni; a seguire gli Usa che segnano un calo di volumi rispetto al 2017 del 4% ma con un aumento del fatturato dell’8% confermando 105 mio/bott di cui 79 di Prosecco Universo; stabile la Germania con 35 mio/bott consumate nel 2018, di cui 25 di Prosecco. Due annotazioni: Canada in calo con difficoltà in Cina, mentre nuovo exploit in Francia del Prosecco, e bene il trend nei paesi Scandinavi.

Infine: la prima stima anno 2018 del fatturato/giro d’affari globale di tutte le bollicine spumeggianti italiane stappate e consumate in Italia e nei vari paesi del mondo ammonta a 4,9 mld/euro. Nuovo record, segno che al consumo il prezzo della bottiglia di Prosecco  è ben posizionato, molto alto.