Chiusi. Questo è l’aggettivo che i trentini si sentono rivolgere più di frequente, e ne soffrono.
Capita spesso di sentire un esemplare di razza tridentina confessare tristemente: «Eh sì… Noi trentini siam chiusi…», e in quella mestizia si può leggere l’incapacità di capire il vero significato dell’atteggiamento e men che meno la possibilità di immaginarne uno diverso.
Allo stesso tempo, però, c’è anche una punta di orgoglio: che ci importa di essere chiusi se siam trentini? Siam taciturni? Sembriamo scontrosi? Ci chiamano «orsi»? Che importa! Il fatto è che i trentini non sono molto loquaci con gli sconosciuti. Difficilmente rivolgono la parola o il saluto per primi. Son forse maleducati o semplicemente timidi? «Gho rispet» («Ho vergogna»), diranno. Non parlano, non dan confidenza… «Talian», «forés», «da’n zo» («da giù») oltre a «teròm» sono i termini usati per definire chi non fa parte della comunità da più generazioni, chi non parla il dialetto o semplicemente chi ha abitudini diverse. Sanno di vivere in un’isola felice in cui non esistono grossi problemi (quelli veri!) e anche i rappresentanti di ultima generazione mostrano poca comprensione e ancor meno benevolenza verso le difficoltà che affliggono l’Italia in generale e alcune regioni in particolare.
Per loro gli italiani sono «gli altri». Italiani, in fin dei conti, non lo son mai stati, e nemmeno austriaci: son trentini e basta. Tutto ciò è “Trentini”, libro delle edizioni Sonda, scritto da Umberto Cristiano, nato a Imola, che dopo essersi occupato per anni di «alta finanza» è passato all’insegnamento, perché «è il mestiere in cui si impara di più».
Vive in Trentino da più di vent’anni e ha scritto questa guida con l’intima soddisfazione di chi fa le due cose che ama maggiormente: scrivere e prendere in giro i conterranei. Esperto di tecniche teatrali e del racconto, un tempo attore, ora regista, ha ricevuto le soddisfazioni artistiche maggiori dalla scrittura e dalla messa in scena di svariate commedie brillanti, che hanno riscosso un ottimo successo di pubblico.