All’Expo di Milano, dove sarà il cibo a farla da padrone, si rischia di assistere ad un paradosso: si potranno degustare i piatti esotici (qualche esponente politico ha parlato di “coccodrillo dello Zimbabwe”) ma non la carne di maiale made in Sardinia.
Tutta colpa, a quanto pare, della peste suina che da decenni limita fortemente la circolazione di carni suine fuori dall’Isola.
La Regione Sardegna si sta attivando affinché le carni suine allevate e prodotte nell’Isola possano arrivare anche sulle tavole dell’Expo. Si punta ad ottenere una deroga per l’esportazione di carni opportunamente trattate e autorizzate alla movimentazione da parte del ministero, secondo le normative comunitarie e nazionali. Su questo versante si sta muovendo la Giunta regionale con un’azione congiunta degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità.
La Giunta è già corsa ai ripari con il piano di eradicazione delle peste suina che mette in campo circa quattro milioni di euro per il rilancio della produzione agroalimentare sarda e la lotta al pascolo brado, un’operazione che ha incontrato il favore dell’Unione Europea che ha cofinanziato il piano con più di un milione di euro.
Il piano sarà messo a punto da un Comitato ristretto d’indirizzo che opererà attraverso un’Unità di progetto. “Eradicare la malattia – ha sempre detto l’assessore della Sanità, Luigi Arru – è la sfida che vale la legislatura”.