La segnalazione e l’invito alla massima prudenza proviene ancora una volta dal Corpo forestale dello Stato nella persona di Pierluigi Fedeli, comandante della stazione del Corpo forestale (Cfs) di Parma e micologo.
”Dal Trentino alla Puglia – dice il dirigente Cfs – sono aumentati a dismisura i cercatori. Negli anni e’ diventata una moda e le belle giornate di settembre e ottobre hanno incentivato gli escursionisti. Spesso i cercatori occasionali sono un po’ avanti negli anni, e si avventurano nei recessi piu’ reconditi, lasciando il sentiero. E cosi’ numerose sono le chiamate per cadute tra il fogliame scivoloso, talvolta con feriti, vittime o dispersi. Il bosco e’ dunque un ambiente insito di pericoli per i micologi della domenica che poi devono essere in grado di evitare i rischi a tavola. Quest’anno si registra un aumento dei casi di avvelenamento, anche mortali, per l’incauto consumo. Ne bastano 50-60 grammi per produrre effetti letali”.
Simile all”ovulo buono’, e’ ad esempio la letale amanita muscaria (cappello rosso e pois bianchi) mentre altre tre amanite mortali crescono anche nel giardino di casa. Non esistono regole empiriche per stabilire la commestibilita’ dei funghi: ”non e’ vero – precisa Fedeli – che i funghi tossici vengono mangiati dalle lumache, ne’ che quelli che nascono su tronchi e legno siano sicuri tour court, cosi’ come quelli bianchi non sono sempre commestibili e non da’ certezze neanche il cucchiaio d’argento che annerisce durante la cottura. Per il benessere degli amici a quattro zampe, poi, vanno evitati prove d’assaggio preliminari del cane”.
Ogni esemplare, ribadisce il forestale, va classificato con certezza e consumato solo se appartiene a specie eduli. Con l’alta frequentazione dei boschi i funghi commestibili vengono raccolti presto, e apparentemente si incontrano piu’ specie velenose. Gli appassionati non devono poi fidarsi di “presunti esperti”. Gli unici che possono indicare con certezza quali siano i funghi da consumare o quelli tossici sono gli Ispettorati micologici delle Asl. In caso di dubbio, e’ assolutamente necessario astenersi dal consumare miceli, anche se di aspetto gradevole: tinte tenui, invitante odore di farina.