Almeno il 10%, con punte fino al 50%.

Questa l’entità della diminuzione della produzione di pomodori da industria. La principale causa è da rintracciarsi nel clima; la siccità e l’afa che hanno caratterizzato gli ultimi due mesi.

I 150 stabilimenti produttivi disseminati lungo lo stivale tremano; nel 2011 sono state prodotte cinque milioni di tonnellate di pomodori lavorati, le proiezioni di oggi stentano ad arrivare alla metà. Le temperature così elevate stanno eliminando una quota consistente di prodotto, ma allo stesso tempo portano a maturazione nello stesso momento, tra metà e la fine di agosto, quasi tutto il pomodoro disponibile, finendo per ingolfare il mercato e per causare un crollo del prezzo.

La situazione più pesante si registra tra il Molise e Foggia, dove le temperature non scendono sotto i 30° neanche di notte. Si prospetta quindi un deficit di materia prima che può portare gli impianti di trasformazione a lavorare la metà; questo trend inciderà sulla remunerazione per il produttore e sul prezzo finale al consumatore, oltre al rischio di avere una domanda interna che, per quanto bassa, non trova soddisfazione sul mercato.