Rivoluzioni politiche e sociali, nuove tecnologie e commercio globale in 50 anni, hanno cambiato molte cose tra cui la disponibilità di cibo nelle diverse aree del mondo.
A raccogliere questi mutamenti in un grafico ci ha pensato l’autorevole “The Economist”, stilando una classifica (su dati Fao) della disponibilità di calorie al giorno per abitante.
In testa c’è l’Australia, con 3.800 calorie, a +19% sul 1959. In Italia il picco si è toccato nel 1999, con 3.709 calorie al giorno, scese a 3.627 nel 2009. Da notare, a livello “macro” la diminuzione delle risorse alimentari nei Paesi dell’Est Europeo dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e il boom della Cina, passata in 50 anni da 1.426 calorie disponibili per persona, a 3.036 nel 2009.
Ma c’è anche chi sta peggio, perché se è vero, secondo l’analisi, che il mondo può mangiare più che in passato, ci son Paesi che hanno visto crollare il loro potenziale, come il Burundi, ultimo in classifica, passato dalle 2.100 calorie del 1961, alle 1.600 del 2009.