L’indice Ismea dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli si è portato a giugno a 146,3 (l’indice è calcolato in base 2000=100), toccando uno dei valori più alti degli ultimi anni. Su base mensile l’indicatore ha fatto segnare un incremento del 5,8%, mentre rispetto al giugno 2012 si è registrata una crescita del 13,3%.
Alla base di questa dinamica i forti rincari nell’aggregato delle coltivazioni (+8, 4% l’aumento mensile), in ulteriore accelerazione anche nel dato tendenziale (+22,2% su giugno 2012). Più in dettaglio si rileva, a livello congiunturale, un balzo in avanti di quasi il 20% per gli ortaggi, da ascrivere prevalentemente al cambiamento stagionale del paniere dei prodotti monitorati, con l’entrata in produzione delle principali ortive a pieno campo.
Quotazioni in lieve aumento anche per oli di oliva (+1%), mentre frutta, cereali e vini chiudono con un adeguamento al ribasso rispettivamente del 2%, dello 0,3%, e dell’1,2%. Su base annua emergono andamenti sostenuti per tutti i settori, in particolare per l’olio di oliva e la frutta, che presentano prezzi più elevati di oltre il 30% rispetto al giugno 2012.
A trainare i rincari della frutta sono i listini delle varietà estive, in primis albicocche e nettarine che, complice una produzione in forte calo, stanno beneficiando di aumenti anche del 70%. Ampio il divario positivo con lo scorso anno per gli ortaggi (+23,6%), con aumenti altrettanto significativi per vini (+22,5%), cereali (+12,4%) e sementi (+8,6%). Nel comparto zootecnico i prezzi risultano complessivamente allineati ai valori di maggio, mentre segnano un più 2,3% su base annua.
Tra i lattiero-caseari, che cedono in un mese lo 0,7%, mantengono un trend al ribasso Parmigiano reggiano e Grana padano; in controtendenza il Pecorino romano. Per il bestiame vivo emergono andamenti contrapposti, con rialzi mensili per suini (+4,5%), avicoli (+2,3%) e ovi-caprini (+1, 7%) e flessioni per bovini (-0,4%) e uova (-0,5%).
L’andamento tendenziale dell’indice evidenzia un incremento del 3% per i lattiero- caseari, con punte del +55% del burro (un dato che riflette le dinamiche internazionali, tra cui la riduzione degli stock globali di materie grasse) e del 17,3% del Pecorino romano, che sta vivendo da inizio anno una fase positiva grazie soprattutto alla spinta della domanda estera. Per il bestiame vivo il confronto con giugno 2012 ha fatto emergere aumenti del 12,7% per gli avicoli, del 2,5% per i bovini e dell’1,2% per i suini. Segnano il passo, invece, le uova (-6,1%), in accoppiata con ovi-caprini e conigli (entrambi in calo del 6,7%).