Oggi l’Italia “festeggia” la seconda “Giornata nazionale contro lo spreco alimentare“.

La ricorrenza è stata istituita per stimolare una riflessione, singolare e collettiva, sullo spreco di cibo che, puntualmente, caratterizza gli italiani ma anche tutto il mondo cosiddetto “occidentale”

Sì, ma quanto cibo sprechiamo ogni anno? Una ricerca di Gfk – Eurisko, in collaborazione con le catene della gdo Simply e Auchan, rivela che nell’anno appena trascorso la famiglia media italiana ha buttato nella spazzatura 49 chili di cibo che fa, a livello nazionale, più di un milone di tonnellate di alimentim buoni, cioè 316 euro a famiglia. Più di tutti è la verdura a subire lo spreco (10,7 kg) seguita dalla frutta e dal pane. La piaga mostra, quindi, tutti i limiti del modello di consumo odierno, Si spreca perchè si conserva male, perchè si compra troppo e ci si dimentica di quello che c’è in dispensa. Si butta perchè si arriva alla data di scadenza o nei dintorni, il famoso “consumare preferibilmente entro“. Andare a fare la spesa senza lista è il miglior modo per comprare quello che non ci serve e che ha le maggiori probabilità di finire scaduto.

Ma c’è una buona notizia, le cose potrebbero migliorare (e parecchio) a breve termine. Andrea Segre, predidente di Last Minute Market, spin off dell’Alma mater studiorum di Bologna e coordinatore del comitato tecnico scientifico attivato dal Ministero dell’Ambiente per la prevenzione dei rifiuti e dello spreco di cibo, afferma che “sta arrivando una importante semplificazione normativa che consentirà di favorire la donazione delle eccedenze grazie alla razionalizzazione del quadro di riferimento – procedurale, fiscale, igienico-sanitario”.

Gli italiani ringraziano ma anche l’ambiente ne trarrà beneficio. Lo spreco, infatti, ha effetti anche sulla biodiversità perchè anche il cibo invenduto o andato a male impiega acqua e risorse per essere prodotto. Per di più genera rifiuti inorganici (plastica su tutti) che poi vanno smaltiti.

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