Secondo gli ultimi dati dell’Ocse in Italia il 7,9% dei laureati è emigrato all’estero. Hanno cercato lavoro all’estero oltre 400 mila tra laureati, titolari di diplomi universitari e dottori di ricerca. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico rivela uno studio sui flussi migratori globali, basato su dati del 2011.

Tra questi ‘cervelli in fuga’, riporta ancora lo studio, 173mila sono donne, pari al 6,5% di quelle con istruzione universitaria. Il numero di migranti con istruzione universitaria residente in Paesi Ocse e’ fortemente cresciuto nell’ultimo decennio, di circa il 70%, ed ha raggiunto i 27 milioni nel 2011. Nello specifico, l’analisi rileva come un quinto di tutti gli immigrati laureati presenti nell’area Ocse nel 2010/11 provenga da India (2 mln, +78% dal 2000/11), Cina (1,7 mln, +71%), Filippine (1,4 mln, +60%).

Aumenta in Italia il tasso di attivita’ dei giovani (15-29 anni), nonostante rappresentino meno del 7% degli attivi, laddove i “maturi” (over 55) sono ormai piu’ del 12%. Non si arresta il fenomeno dei NEET (“not in employment, education or training”): la quota di ragazzi che non hanno un’occupazione e al tempo stesso non sono a scuola o in formazione si attesta al 23.9% della popolazione giovanile, con punte di 35% nelle regioni del Mezzogiorno.

Comunque su una popolazione mondiale di 7 miliardi di persone circa 232 milioni sono migranti, ma la crisi economica ha determinato un forte rallentamento della crescita dei flussi: se, infatti, negli anni ’90 lasciavano il proprio paese d’origine 2 milioni di persone l’anno in media, il dato e’ cresciuto a 4,6 milioni tra il 2000 e il 2010 per poi scendere agli attuali livelli medi di 3,6 milioni di migranti l’anno.

Gli Stati Uniti restano nel 2013 il paese al mondo che ospita il maggior numero di immigrati: 45,8 milioni, il 20% del totale globale. Seguono Russia (11 mln), Germania (9,8 mln), Arabia Saudita (9,1 mln). L’Italia non figura tra i primi 10 paesi di destinazione. Infine il segretario dell’Ocse,Gurria, afferma che in Italia “La crisi politica mette a rischio la ripresa. Bene l’esecutivo attuale”.