Migliorare la qualità della vita in un locale, anche agricolo. grazie alle nuove tecnologie. E’ la rivoluzione della cosiddetta “domotica”, cioè dell’applicazione della robotica all’interno di un edificio.
Sono sufficienti piccoli dispositivi, ad esempio sensori o attuatori, per controllare in rete i principali servizi, dall’illuminazione al riscaldamento, dalla sicurezza alle telecomunicazioni.
Gli ambienti vengono totalmente automatizzati, i macchinari e gli elettrodomestici possono essere azionati a distanza, il tutto con benefici in fatto di confort, convenienza, sicurezza ed efficienza energetica. Senza necessità di svolgere lavori in muratura o avere cavi tra i piedi. E’ questa la missione di Authometion, start-up hardware romana che si occupa di automazione domestica, uno dei settori più promettenti nei mercati internazionali. La start-up, italiana al cento per cento, è nata quasi per gioco dalla passione comune di tre amici per l’innovazione. Tra loro c’è Felice Nibaldi, economista e informatico, che ha partecipato al progetto durante i week-end e le serate post lavoro. “La visione che abbiamo è un mondo dove la domotica sia accessibile e alla portata di tutti, dove non vi sia alcun bisogno di dispositivi di controllo cablati e costosi, né la necessità del costante intervento di tecnici – spiega Nibaldi.
“Gestire i sistemi intelligenti di un ambiente abitativo o professionale – continua l’economista – è già oggi possibile da qualsiasi smartphone, tablet o laptop. Ogni volta che uno vuole e ovunque esso sia”. L’esordio di Authometion coincide con il lancio di due applicazioni, che – assicurano i creatori – rappresentano solo il punto di partenza. Il primo prodotto si chiama “IoTuino” (contrazione di IoT, Internet of Things, settore in cui si colloca Authometion e di Arduino, la piattaforma open hardware più diffusa al mondo ). Si tratta di un microcontrollore wi-fi, dalle minuscole dimensioni (56×23 mm), compatibile con Arduino Uno, cioè con la nota scheda elettronica utile per creare prototipi. A cosa serve “IoTuino”? A controllare “in remoto”, cioè a distanza, gli oggetti. Praticamente è il cervello delle varie soluzioni proposte, nonché il cavallo di battaglia dell’azienda.
Tutto il software a corredo è libero e vi possono sviluppare soluzioni le comunità di makers, cioè gli artigiani digitali, abili a costruire oggetti per mezzo delle nuove tecnologie. Il secondo prodotto, di fatto, è il primo oggetto controllato da “IoTuino”. Si tratta di una lampadina intelligente con tecnologia Led, sia a colori sia bianca, cioè con infinite capacità policromatiche, controllabile “in remoto” (smartphone, tablet, latptop, su Osx, Windows, Linux, iOS, Android). E’ già compatibile con i principali automation services come IFTTT o Zapier. Cioè la lampadina non solo può essere controllata dal proprio smartphone o dallo smartwatch, ma a sua volta può trasformarsi in sensore con cui tenere sotto controllo la propria abitazione o l’ufficio, persino una stalla, anche da migliaia di chilometri di distanza. Questo gioiellino della tecnologia si chiama “LYT”, pronuncia analoga alla parola inglese “light” (che significa “luce”) ed è anche l’acronimo di “Led Your Time”, che significa “fare con calma, prendersi il tempo necessario per fare qualcosa”.
Con un solo “IoTuino” è possibile controllare fino a 65mila “LYT”. Il secondo step prevede l’ingresso nel mercato dei consumatori per proporre soluzioni e servizi di “home automation” e di “energy management”. “Per ora abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding, cioè una raccolta collettiva di fondi per sostenere il progetto imprenditoriale e per passare dai prototipi alla produzione di massa – spiega Felice Nibaldi. “Su Indiegogo è possibile acquistare i prodotti già realizzati da Authometion. Ma non è una semplice vendita: se il prodotto piace si sostiene l’idea attraverso l’acquisto, si entra a far parte di una community di appassionati/makers di tecnologia/domotica e si diventa protagonisti, grazie alla filosofia open source sposata da Authometion, dell’innovazione. E’ importante fare il passaparola e sponsorizzare il progetto”. Nel contempo la start-up sta selezionando partner industriali e clienti tecnici in quanto anche con il loro contributo vuole lanciare le linee di prodotti destinati al grande pubblico e alle utenze domestiche. Il futuro prossimo è già cominciato.