Offensiva del ministro De Girolamo, a Bruxelles, contro la ‘perfida Albione’ e il suo sistema ‘perverso’ di etichettatura alimentare a ‘semaforo’ che rischia di bollare come ‘malsani’ le eccellenze del made in Italy e le oltre mille Dop e Igp europee, di cui l’Italia é leader.
Il ministro denuncerà ai partner anche le importazioni di riso dal mercato mondiale che stanno mettendo a rischio la sopravivenza della produzione italiana ed europea.
Sul fronte del ‘labelling’ inglese è in gioco per l’Italia – spiega Federalimentare – “il quarto mercato al mondo per la produzione alimentare italiana – quello del Regno Unito – con un fatturato di 2,25 miliardi di euro, circa il 9% del totale dell’export agroalimentare italiano”. Per questo il ministro cercherà di consolidare ed estendere il numero di Paesi Ue sensibili alla tutela della qualità dei prodotti alimentari e alla corretta informazione del pubblico. Può già contare su Francia, Spagna, Cipro, Portogallo, Grecia, Lussemburgo, Romania, Slovacchia e Slovenia.
È dal giugno scorso che Londra ha raccomandato al settore del commercio britannico di porre sull’imballaggio dei cibi un codice verde o giallo o rosso per classificare gli alimenti, come più o meno salutari, in base ai contenuti di grassi, sale e zucchero per 100 grammi di prodotto. Londra ha giustificato la scelta, dicendo che vuole meglio lottare contro l’obesità dei suoi cittadini. L’Italia ribatte: il meccanismo é “semplicistico”, e suggerisce una distinzione tra prodotti buoni o quasi, e prodotti cattivi.
La minaccia di una forte contrazione delle esportazioni oltre Manica é reale. Una recente indagine effettuata sui consumatori britannici dal ‘The Cooperatives Group’ rivela che oltre il 40% delle donne e il 30% degli uomini intervistati hanno dichiarato di rinunciare all’acquisto di alimenti con il codice rosso. Sulla base dei dati riportati dal sondaggio, Federalimentare stima che il ‘labelling inglese’ possa “generare una contrazione tra -8,4% e -11,2% dell’export complessivo di prodotti alimentari italiani nel Regno Unito”.
Senza però contare l’effetto trainante che l’etichetta a ‘semaforo’ potrebbe avere se presa in considerazione da altri Paesi Ue. Tra i prodotti bollati come potenzialmente ‘cattivi’ o quasi, si trovano gran parte di quelli della tradizione italiana: dal Parmigiano al Prosciutto di Parma al Lardo di Colonnata. Senza contare che anche un olio d’oliva extravergine riconosciuto per le sue qualità nutrizionale e di contrasto all’obesità e ad altre patologie anche gravi, rischia di essere bollato con codice rosso – e quindi come ‘non sano’ – per l’elevata presenta di grassi ogni 100 grammi di prodotto.
Al contrario, un semplice olio di semi otterrà il bollino verde, che si traduce in un incoraggiamento al consumatore ad acquistarlo. Infine, ma non ultimo, i ministri dell’agricoltura dell’Ue daranno l’imprimatur finale, dopo anni di discussione, alla riforma della Politica agricola comune.