L’Europa si dà una nuova sfida, quella di salvare la propria biodiversità in agricoltura, preservando razze di animali e colture quasi dimenticate, perché la legge di mercato chiede agli agricoltori di produrre solo determinati tipi di carni, e solo alcune varietà di piante.
La Commissione europea propone ora di cambiare marcia, almeno per due ragioni. In primo luogo, garantire la sicurezza alimentare “assicurando l’accesso ai prodotti di qualità, sicuri e a costi contenuti, nell’ambito di una produzione agricola sostenibile“.
Ma anche per “meglio proteggersi da malattie, siccità, cambiamenti climatici grazie a risorse locali”. Il nuovo approccio emerge da un rapporto della Commissione europea, che sarà sottoposto all’esame del Parlamento e del Consiglio Ue, dedicato alla salvaguardi delle “risorse genetiche in agricoltura“. Non si parte da zero. In Italia esistono programmi di cooperazione europea nel settore: vanno dal riso della Lombardia alle carni della Sicilia. Ma questo non basta. Bisogna rilanciare – spiegano esperti Ue – il partenariato tra agricoltori, ricercatori e mercato, per dare spazio all’allevamento di vecchie razze, o di colture tradizionali, sostenendo finanziariamente il produttore che partecipa al progetto, e cercando di creare un mercato per quei prodotti. I fondi si trovano nei finanziamenti Ue per lo sviluppo rurale 2014-2020, ma anche il programma Ue ‘Horizon 2020‘ dispone di oltre 4 miliardi di euro per la ricerca e l’innovazione in agricoltura.