Prenotare viaggi aerei e alberghi online porta ai consumatori molti vantaggi in termini di scelta e convenienza, tuttavia i consumatori devono ancora essere vigili, maggiormente informati e bisogna insistere sul fatto che i loro diritti siano rispettati.
Per questo motivo la Commissione europea ha avviato delle indagini a tappeto sui siti europei, mirate ad individuare le violazioni delle norme a tutela dei consumatori e a far ripristinare il rispetto delle norme. Queste indagini sono state eseguite dalle autorità nazionali, che hanno verificato la facilità di accesso alle informazioni dei servizi offerti, se il prezzo era indicato tempestivamente e se era comprensivo dei supplementi opzionali, se erano indicati gli indirizzi di posta elettronica ai quali rivolgersi per domande e reclami, se prima dell’acquisto erano consultabili i termini e le condizioni e se erano scritti in modo semplice e chiaro.
I principali problemi riscontrati sono stati la mancanza di informazioni obbligatorie relative all’identità dell’operatore, in particolare l’indirizzo di posta elettronica, che privava i consumatori di un efficace canale di comunicazione; la mancanza di istruzioni chiare su come presentare un reclamo; alcuni supplementi opzionali a pagamento, come le commissioni sui bagagli, i premi assicurativi o l’imbarco prioritario, erano di fatto obbligatori; il prezzo totale del servizio non era indicato immediatamente quando venivano visualizzati gli elementi principali della prenotazione.
Nell’estate del 2013 le autorità nazionali degli Stati membri dell’Ue hanno controllato in totale 552 siti web che vendono viaggi aerei e sistemazioni in albergo, sia di operatori che di intermediari del settore. Il risultato ha dimostrato che 382 dei siti esaminati non rispettavano il diritto europeo in tema di tutela dei consumatori. In Italia sono stati 17 i siti web sottoposti a controlli: 9 di questi sono risultati già conformi alle norme europee, in 8 invece sono state riscontrate delle irregolarità. Dopo una forte azione volta a far rispettare la legislazione vigente, la quota dei siti web controllati e risultati conformi al diritto in materia è salita a 10, mentre 7 di questi saranno soggetti ad ulteriori provvedimenti. Ad oggi, in Italia la percentuale di siti web conformi è del 59% e il nostro Paese si posiziona appena sotto la media europea (64%), davanti a Regno Unito e Francia.