Gli italiani hanno speso per latte e derivati bio 100 milioni di euro nel 2014. Una cifra non banale e destinata a crescere visto il trend positivo degli acquisti anche nei primi sei mesi del 2015.
Inarrestabile il trend dello yogurt (+10,4%), accanto a variazioni positive, ma meno importanti, per formaggi e latticini (+2,1%) e latte fresco (+0,7% ). L’unico dato negativo riguarda il latte Uht, che risulta in flessione del 4,4%.
E’ quanto emerge da un’analisi Ismea che verrà presentata alla prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte (CremonaFiere, 28-31 ottobre) durante il convegno organizzato in collaborazione con l’ente fieristico cremonese e in programma per il 28 ottobre alle ore 14.30 presso la Sala Guarneri.
Dall’indagine Ismea è infine emerso non solo che il consumatore italiano riconosce in media un premium price a yogurt e latte fresco bio, rispetto al convenzionale, rispettivamente del +30% e del +20%, ma che il comparto lattiero-caseario rappresenta la terza categoria bio dietro quella dell’ortofrutta e dei derivati dei cereali, coprendo una quota pari al 10-11% del totale delle referenze biologiche.