“Un manifesto concreto e attuabile che coinvolge tutti, donne e uomini, cittadini di questo pianeta, nel combattere la denutrizione, la malnutrizione e lo spreco, promuovere un equo accesso alle risorse naturali e garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi”.
Con tale definizione nasce la Carta di Milano, il documento messo a punto per l’Expo che l’Italia punta a lasciare al mondo come eredità immateriale della manifestazione.
La Carta, dopo due anni di lavoro, e’ stata presentata all’Università’ statale di Milano nel corso del terzo colloquio di Laboratorio Expo della Fondazione Feltrinelli. Il ministro all’Agricoltura, Martina, ha parlato di “punto di partenza e non un punto di arrivo”. “La Carta – ha detto Martina – e’ un formidabile strumento di diplomazia, lo stesso Expo e’ una piattaforma diplomatica unica. Basta vedere cosa succede nel mediterraneo in queste ore – ha aggiunto – per capire la connessione tra questo tema e quello che succede nel mondo. Il diritto al cibo e’ la chiave per capire gli scenari e relazioni intenzionali che si stanno creando”.
La Carta parte da alcuni concetti chiave – come la necessaria equità nella gestione delle risorse del pianeta, l’ingiustificabilità delle disuguaglianze e la portata della sfida principale, nutrire una popolazione in crescita e fortemente urbanizzata senza danneggiare irreversibilmente il pianeta – per poi elencare una serie di impegni alla sottoscrizione dei quali sono chiamati tutti, dai cittadini ai membri della società civile, dalle imprese alle istituzioni pubbliche.
In particolare, il documento impegna ad avere consapevolezza di ciò di cui ci si nutre, comprese le implicazioni di carattere sociale e ambientale, a consumare solo le quantità di cibo di cui si ha davvero bisogno, a promuovere l’educazione alimentare, a denunciare le eventuali criticità legislative nella gestione delle eccedenze, a difendere il reddito di agricoltori, allevatori e pescatori, promuovere la diversificazione delle produzioni agricole e contribuire allo sviluppo sostenibile.
Il documento contiene anche una serie di richieste alle istituzioni di ogni livello; richiesta normative che garantiscano il diritto al cibo, l’eliminazione del lavoro minorile e irregolare nel settore, ma anche un impegno nella diffusione dell’educazione alimentare. Il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, ha espresso l’auspicio che il lavoro fatto per arrivare alla Carta di Milano venga “valorizzato” nel dopo Expo, ovvero dal progetto che definirà il destino dell’area a evento concluso. “Si può fare se c’e’ una volontà comune – ha detto -. Il mio auspicio e’ che questi percorsi riescano a convergere e che Expo diventi significativo per Milano e che Milano resti rilevante nella storia di Expo”.
“La Carta di Milano sul diritto al cibo -ha detto il sindaco, Giuliano Pisapia – sarà importante eredità di Expo. Tutti ci auguriamo che venga firmata dal maggior numero di rappresentati di governi e Paesi, di imprese e di cittadini del mondo. La Carta – ha aggiunto – oggi inizia un viaggio, affascinante e ambizioso: la progressiva realizzazione di impegni e azioni concrete, così come chiede chi sottoscriverà questo documento”.