Entro il 2020 in Italia possono nascere almeno 15.000 nuovi allevamenti Bío. Se ne sono detti convinti C.I.A. e Anabio Associazione nazionale agricoltura biologica.

Se ne sono detti convinti C.I.A. e Anabio Associazione nazionale agricoltura biologica. Un obiettivo ambizioso che rappresenta una sfida importante per avere più animali allevati in modo sostenibile, arginare il fenomeno della desertificazione e contribuire all’abbattimento dei volumi di anidride carbonica favorendo la produttività della terra.

Una sfida ambiziosa se si pensa che al momento in Italia operano circa 7700 aziende biologiche (più mille unità negli ultimi due anni). Il loro raddoppio non è un obiettivo utopistico se si considera che nel nostro paese per il solo comparto dei bovini sono presenti circa 120.000 allevamenti convenzionali. Nello stesso tempo la domanda di biologico non fa che aumentare e secondo gli ultimi dati ha fatto segnare una crescita di circa il 9 percento.

La sfida è quella di una strategia a lungo termine per presidiare e nutrire al meglio le campagne e l’ambiente. Ciò è sottolineato nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa Nutrire il suolo per nutrire il pianeta. Dino Scanavino ha sottolineato come ci sia da parte delle aziende un crescente interesse verso la riconversione a biologico. “Il tema non deve essere quello dei costi ma delle prospettive e dell’investimento futuro. In Italia ci sono delle grandi potenzialità economiche ancora inespresse e ci sono gli spazi e le aree per una zootecnia non intensiva”.

Ancora secondo Scanavino l’agricoltura può funzionare come testa di ariete “per coinvolgere tutto il mondo agricolo senza necessariamente operare una distinzione tra buoni e cattivi perché è necessario che ci sia la consapevolezza che occorre operare in un certo modo per la tutela del suolo”. Il presidente di ANabio Federico Marchini spiega che “il il settore del Bio si conferma in controtendenza rispetto a uno scenario di crisi economica. I dati dell’ultimo SANA evidenziavano una crescita del 8,8 per cento ma sappiamo che è superiore al 9% (nel 2012 si era registrata una crescita dei consumi pari al 7,3 per cento mentre i consumi alimentari convenzionali nello stesso periodo sono crollati circa del 4 per cento). Non è più un fenomeno di nicchia ma un’abitudine di spesa”. Per quanto riguarda il giro di affari del biologico, prosegue Marchini, “è stimato in 55 miliardi di dollari complessivi nel mondo, 18 miliardi in Europa e 2 miliardi di euro solo in Italia”.