Anche se sono sopravvissuti a epidemie di insetti, incendi e alle scelleratezze umane, i boschi europei si preparano ad affrontare la sfida forse più grande: i cambiamenti climatici

Modelli perturbati del nostro tempo potrebbero intensificare la siccità, far accrescere il numero di incendi, determinare tempeste, ma anche infestazioni, perdite di specie animali e floreali e altre calamità naturali nocive o addirittura letali per le foreste.

Invece di attendere che i boschi europei comincino a deteriorarsi gravemente, l’Unione europea sta adottando misure per prevenire una simile catastrofe. Gli organismi comunitari stanno già sostenendo attività di ricerca all’avanguardia. Ad esempio per aiutare i manager forestali a decidere quali tipi di alberi piantare ora, o quali specie di parassiti e di malattie devono essere monitorati oggi, in modo che si limitino i problemi per il futuro.

“I problemi ambientali sono già di per sé complessi, ma potrebbero complicarsi ulteriormente a causa dei cambiamenti climatici – spiega Hervé Jactel, responsabile dell’Istituto nazionale francese per la ricerca agricola, capofila del progetto “Baccara” (Biodiversità e cambiamenti climatici, un’analisi dei rischi) dell’Unione europea.

Tale iniziativa quadriennale, promossa nel 2009 con tre milioni di euro da parte dell’Unione europea, è incentrata nello studio per valutare come il cambiamento climatico influirà sulla biodiversità e sulla produttività delle foreste europee. “Baccara” è uno dei tanti sforzi congiunti intrapresi durante l’Anno delle foreste, che le Nazioni Unite hanno dichiarato per il 2011 al fine di contribuire alla conservazione della biodiversità delle foreste boschive e la gestione sostenibile del pianeta.

I ricercatori di “Baccara”, in particolare, stanno cercando di prevedere le conseguenze che i cambiamenti climatici avranno negli alberi, prevalentemente in termini di crescita e di resistenza ai parassiti nei decenni a venire. Un elemento di difesa potrebbe venire proprio dalla biodiversità e dalla complessità delle foreste.

“Piantare diverse specie di alberi, per esempio, può proteggere le foreste dagli attacchi degli insetti – sottolinea Jactel. “Quindi, se il cambiamento climatico può far prosperare insetti dannosi, la strategia di differenziare gli alberi potrà sicuramente risultare vincente per combattere gli insetti nocivi”. La posta in gioco è anche economica per l’Europa. Il settore forestale ha un valore stimato di 25 miliardi di euro l’anno e offre quattro milioni di posti di lavoro. Con il suo miliardo di ettari di foreste, l’Europa ha il primato mondiale. Primeggia anche per biodiversità: dalla quercia da sughero e boschi di cipressi lungo il Mediterraneo, al pino silvestre della Scandinavia fino ai boschi misti del Caucaso. Per ulteriori informazioni: www.baccara-project.eu.