In questa strana primavera può davvero succedere di tutto, anche mangiare fiori. Può sembrare una nuova tendenza “da gourmet”, anche se in realtà non è affatto una novità. L’uso culinario dei fiori risale a migliaia di anni fa.
In questa strana primavera può davvero succedere di tutto, anche mangiare fiori. Può sembrare una nuova tendenza “da gourmet”, anche se in realtà non è affatto una novità. L’uso culinario dei fiori risale a migliaia di anni fa.
Gli antichi romani, per esempio, usavano i fiori di malva, le rose e le viole. Anche il consumo di salumi ha radici antiche; le prime tracce del prosciutto risalgono nella pianura padana a 2600 anni fa. In epoca romana è grande l’interesse per questo alimento, tanto che il prosciutto diventa un elemento di grande pregio, protagonista di innumerevoli occasioni di incontro e di festa degli antichi romani. Come anche la mortadella, il cui nome deriva forse da “mortarium” (mortaio), usato dai Romani per pestare ed impastare le carni suine con sale e spezie.
I fiori di zucca sono un classico della cucina, ma cominciare a consumare più spesso i fiori, anche di altro tipo, potrebbe portare a dei vantaggi in termini di salute, e non solo. I colori, la consistenza e i sapori che si ottengono con l’uso dei fiori edibili non hanno pari, come stanno dimostrando diversi chef nei ristoranti in tutto il mondo. Inoltre, l’abbinamento dei fiori con i salumi consente dal punto di vista nutrizionale il fenomeno della complementarietà nutrizionale: quello che manca a uno è garantito dall’altro.
I fiori apportano pochissime proteine, ma provvedono i salumi fornendo proteine di ottima qualità, perché ricche di tutti gli aminoacidi essenziali. I salumi sono poveri di vitamina C e carboidrati e i fiori li garantiscono. Ai fiori manca la vitamina B12 e i salumi ne sono ricchi. I fiori hanno poco ferro e zinco, i salumi ne sono la fonte migliore. Entrambi gli alimenti apportano antiossidanti (composti che possono contrastare l’ossidazione delle biomolecole inibendo la fase di avvio o interrompendo la fase di propagazione dell’ossidazione e quindi prevenendo o riparando il danno ossidativo delle biomolecole), anche se i fiori ne forniscono in quantità maggiori.
Quali sono i fiori commestibili che possiamo mangiare con tranquillità? Sono per esempio commestibili tutti i fiori della maggior parte delle erbe aromatiche, le begonie, le viole, il nasturzio, la rosa. Ma anche la bocca di leone, la borragine, la calendula, il garofanino, i fiori di achillea, aglio selvatico, arancio, basilico, camomilla, carota, geranio, rucola, tiglio, trifoglio, tulipano, viola del pensiero, zucca, zucchina. Non si tratta di consumare i fiori che si comprano dai fiorai o nei vivai perché potrebbero essere stati trattati con pesticidi non consentiti per gli alimenti. Altamente tossici i fiori dell’oleandro, dell’azalea, dell’ortensia e la datura, ma sono ad esempio tossiche anche specie come il comune mughetto e gran parte delle specie appartenenti alla famiglia botanica delle ranuncolacee. Prime tra tutte le varie specie di anemoni e, soprattutto, il velenosissimo falso zafferano (Colchicum autumnale).