Quasi il 90% delle persone che vivono nelle città europee sono esposti a livelli di inquinamento dell’aria considerati dannosi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
È quanto emerge dall’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria in Europa da parte dell‘Agenzia europea dell’Ambiente che lancia l’allarme in particolare sugli effetti dei microspici granelli di polvere e fuliggine, causati dai combustibili fossili.

Il problema, spiega l’Aea, non riguarda solo le città: anche alcune aree rurali sono infatti caratterizzate da livelli significativi diinquinamento atmosferico. Italia, Polonia, Slovacchia, Turchia e la regione dei Balcani sono learee più critiche per gli elevati livelli di Pm10 e Pm2,5. Critica la situazione in Italia anche per i livelli di ozono e ossidi di azoto. Ad alimentare l’inquinamento atmosferico in Europa sono il trasporto su strada, l’industria, l’agricoltura e il settore residenziale.

Malgrado la riduzione delle emissioni e delle concentrazioni di alcuni inquinanti in atmosfera osservata negli ultimi decenni, il rapporto dimostra che il problema dell’inquinamento atmosferico in Europa è lungi dall’essere risolto. Due sostanze inquinanti in particolare, il particolato e l’ozono troposferico, continuano a causare problemi respiratori, malattie cardiovascolari e una minore aspettativa di vita, mentre nuovi dati scientifici indicano che la salute umana può essere compromessa da concentrazioni di sostanze inquinanti inferiori a quanto si pensava in passato.

“L’inquinamento atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi– spiega Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea – un’ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti alla sostenibilità, l’Europa deve essere ambiziosa e rendere più severa l’attuale normativa”. Il rapporto “La qualità dell’aria in Europa – rapporto 2013”analizza anche i problemi ambientali legati all’inquinamento atmosferico.

Tra questi vi è l’eutrofizzazione, un processo che avviene quando una quantità eccessiva di azoto danneggia gli ecosistemi, mettendo a rischio la biodiversità. Tale processo secondo l’Aea continua ad essere un problema molto diffuso che riguarda la maggior parte degli ecosistemi europei. Secondo Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente, i dati diffusi dall’Agenzia europea dell’ambiente confermano che “l’inquinamento dell’aria resta uno dei principali problemi per la salute delle persone e per la salvaguardia dell’ambiente”.

Secondo Zampetti si tratta di “una vera e propria emergenza che colpisce anche e soprattutto il nostro Paese. “Le cause dell’inquinamento atmosferico – continua Zampetti – sono chiare e conosciute da tempo. Sono il trasporto su strada, i processi industriali e di produzione di energia e i riscaldamenti domestici. Per arginare l’emergenza smog serve una nuova strategia – evidenzia – che intervenga sui settori più inquinanti, a partire da quello dei trasporti. Su questo in Italia serve una nuova capacità politica che invece di guardare alla realizzazione di inutili infrastrutture punti, attraverso interventi immediati e mirati, su una mobilità sostenibile basata su trasporto pubblico efficiente, mobilità pedonale e ciclabile e trasporto su ferro per ridurre il parco auto circolante, che nel nostro Paese raggiunge da sempre livelli da primato rispetto al resto d’Europa”.