Biologi marini ed esperti di scienze ambientali e di subacquea si danno appuntamento il 25 all’Acquario di Genova, per valutare, da un punto di vista scientifico e tecnico, la richiesta del Comune del Giglio di non smantellare le strutture d’acciaio subacquee realizzate per il recupero della ormai celebre Costa Concordia.
L’opposizione, invece, arriva dal Ministero dell’Ambiente che ha richiesto la totale rimozione di queste strutture e il ripristino dei fondali in base all’accordo stipulato tra Costa Crociere, società assicuratrici, Ministero e Conferenza dei Servizi Stato/Regione. L’iniziativa è promossa dall’Accademia Internazionale di Scienze e Tecniche Subacquee, – l’organizzazione no profit riconosciuta dall’UNESCO – le cui finalità sono sviluppo, conoscenza e divulgazione delle attività subacquee e la diffusione della cultura del mondo sottomarino in un contesto interdisciplinare.
L’Accademia, presieduta dal Prof. Paolo Colantoni dell’Università di Urbino, si è attivata per aiutare il Comune del Giglio a mantenere le piattaforme in loco, promuovendo un’opera di sensibilizzazione e informazione sull’opportunità di conseguire vantaggi ambientali e occupazionali consistenti.
Sul tappeto il tema delle barriere sommerse, strutture che in determinate condizioni ambientali favoriscono la nascita di un habitat nel quale molte specie trovano riparo e protezione. Un vantaggio sia sotto il profilo biologico – diventano spesso zone di produzione e di concentrazione di specie anche d’interesse commerciale – che ludico, poiché una barriera diventa un luogo d’immersioni subacquee con ricadute economiche anche di rilievo.