I dati relativi alla campagna corilicola, da poco conclusa, sono ancora parziali ma emerge con certezza che siamo di fronte ad importazioni record. L’offerta mondiale è stata molto bassa ed ha determinato una fiammata dei prezzi nelle varie fasi di scambio. E’ per questo motivo che la spesa dell’Italia per le importazioni di nocciole sgusciate ha toccato livelli mai visti in precedenza.

In particolare, tra settembre 2014 e giugno 2015 le importazioni sono ammontate a 32.260 tonnellate con un esborso di circa 291 milioni di euro. Rispetto allo stesso periodo della campagna precedente i volumi importati sono cresciuti dell’11% mentre la spesa è aumentata dell’83% a causa del fortissimo incremento del prezzo medio da 5,46 a 9,02 €/kg (+65%).

Più in generale, gli scambi con l’estero dell’Italia sono nettamente sbilanciati verso le importazioni, con oltre 30mila tonnellate di prodotto sgusciato in entrata ed esportazioni per circa 15mila tonnellate. Queste dinamiche degli scambi determinano un passivo della bilancia commerciale che negli ultimi anni è ammontato mediamente a 130 milioni di euro.

Ad inizio campagna, a settembre 2014, il prezzo medio del prodotto importato era già molto alto (fino a 7,60 €/kg) ed ha continuato ad aumentare fino a marzo 2015 (10,70 €/kg), successivamente è calato fino a 9,43 €/kg di giugno.

Per quanto riguarda i mercati di approvvigionamento delle nocciole sgusciate, la Turchia rimane il primo fornitore dell’Italia, nonostante la controversia sulle aflatossine. Nel periodo settembre 2014 – giugno 2015 le importazioni dalla Turchia hanno superato le 25mila tonnellate e costituivano il 78% dell’import totale del nostro Paese. Al secondo posto si colloca la Georgia che nel corso dell’ultima campagna ha incrementato del 60% i volumi spediti in Italia ed ha accresciuto la quota di fornitura dal 10 al 15%. In terza posizione troviamo l’Azerbaigian. Questi tre paesi coprono circa il 98% delle importazioni dell’Italia.