Da oggi a domenica Veronafiere sarà la capitale mondiale dell’agricoltura, all’insegna della sostenibilità, dell’innovazione e della trasversalità. Elementi che incoronano Fieragricola fra le principali manifestazioni internazionali del comparto primario.

Il presidente di Veronafiere, Ettore Riello, e il direttore generale, Giovanni Mantovani, riceveranno le numerose autorità previste per l’inaugurazione della rassegna internazionale dedicata al comparto primario. Sarà il sottosegretario alle Politiche agricole con delega all’Expo, Maurizio Martina, a tagliare il nastro, insieme con il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.

Sono attese anche numerose autorità dall’estero, dal ministro agricolo della Lituania, Vigilijus Jukna, al direttore dell’Agenzia governativa facente capo al ministero dell’Agricoltura del Marocco, Mohamed El Guerrouj, al vicedirettore della Commissione Agricoltura di Bruxelles, José Manuel Souza Uva.

Quest’ultimo è fra i relatori, insieme agli onorevoli Martina e De Castro, del professor Francesco Marangon, presidente della Società italiana di economia agraria, del convegno inaugurale (ore 11,15, Auditorium Verdi) su «Agricoltura europea tra nuova Pac e mercati globali». Gli interventi saranno preceduti dai saluti del numero uno di Veronafiere, Ettore Riello, del sindaco di Verona, Flavio Tosi, del presidente della Provincia, Giovanni Miozzi, del governatore del Veneto, Luca Zaia. Modera il giornalista Paolo De Debbio.

Sotto la lente, le opportunità per l’agricoltura italiana ed europea alla luce della Politica agricola comune recentemente approvata e gli scenari futuri sui mercati internazionali, preso atto che la globalizzazione e le dinamiche di crescita di importanti realtà come Cina, Russia e Sudamerica hanno riflessi concreti anche sull’andamento dei listini all’interno dell’Unione europea.

L’Italia è chiamata, nelle prossime settimane, a declinare su scala nazionale i criteri che la Politica agricola comune ha delegato agli Stati membri. Altri Paesi, in misura variabile competitori diretti dell’Italia, hanno già annunciato come si muoveranno. La Spagna ha fissato a 300 euro il limite minimo per la domanda di contributi Pac, la Germania sposterà dal 2015 il 4,5% dei fondi dal primo al secondo pilastro (dagli aiuti diretti allo sviluppo rurale); ai giovani sarà riconosciuto un pagamento addizionale di 50 euro per ettaro nel primo pilastro.

Il Regno Unito ha annunciato che non amplierà la «black list» comunitaria sull’agricoltore attivo, ma ha pianificato un trasferimento dei fondi dal primo al secondo pilastro del 10,6%, prevedendo di arrivare al 15% nel 2019. La Francia trasferirà il 3% dei fondi dal primo al secondo pilastro e utilizzerà tutto l’aiuto accoppiato – pari al 13% dei fondi assegnati – per la zootecnia da carne (675 milioni di euro) e da latte (140 milioni).