Una grande battaglia portata avanti da Fare Ambiente e’ quella sulle frodi agroalimentari.
Uno studio attento è stato anche dedicato alla ristorazione e all’utilizzo dei prodotti tipici e locali nella redazione dei menù.
“Abbiamo appurato che nei locali pubblici la percezione del rischio è molto bassa. Solitamente, il consumatore tende a percepire il gusto e difficilmente si pone domande sulla sua provenienza. Si dà per scontato che i cibi e i prodotti delle trattorie o dei pub, siano già stati controllati e, quindi, sicuri. E’ importante che il cittadino possa verificare sempre la tracciabilità del prodotto e privilegiare così quelli nostrani, prodotti dalle nostre terre e sottoposti ai rigorosi controlli dei nostri organi di polizia, piuttosto che cibi sconosciuti e di dubbia provenienza – afferma il presidente nazionale di FareAmbiente Vincenzo Pepe – abbiamo presentato alla Camera una proposta di legge che obbliga gli esercizi commerciali che si occupano di ristorazione, a indicare nel menù, oltre al prezzo, anche la tracciabilità dei prodotti che portano in tavola e i condimenti con cui sono preparati. Un’ottima bistecca cotta con olio di dubbia provenienza, può nuocere ugualmente alla salute del consumatore pur essendo la carne di buona qualità e certificata. L’obbligo di trasparenza sulla provenienza dei prodotti utilizzati nei locali pubblici, invece, oltre a indurre il consumatore a selezionare meglio il locale, permetterà agli organi di polizia preposti di poter sollevare l’ipotesi di truffa, qualora si scoprisse che un pomodoro cinese, per esempio, venga spacciato per uno nostrano. FareAmbiente, inoltre, si batterà anche sul tasto della prevenzione mediante una capillare campagna di comunicazione al fine di sensibilizzare i cittadini alla percezione del rischio che corre la loro salute ogni qualvolta consumano un prodotto agroalimentare.”