Scatta la solidarietà del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, nei confronti dell’azienda Case Basse che è stata oggetto di un atto vandalico che ha distrutto completamente la sua produzione.

Il consiglio del Consorzio riunitosi per discutere e valutare l’atto vandalico ha innanzitutto voluto ribadire ”con forza la propria condanna per l’atto vandalico che lo ha colpito e riaffermare la solidarietà delle aziende produttrici e di tutto il territorio”.

Il consiglio, come annuncia in una nota, ha deliberato di farsi promotore verso i soci di un’iniziativa per raccogliere vino da donare all’azienda Case Basse. Solidarietà, come precisa la realtà consortile in una nota, è stata espressa immediatamente dal presidente Fabrizio Bindocci, che ha manifestato fin da subito una sentita vicinanza morale ribadita anche durante un incontro con il produttore, durante il quale il presidente ha proposto azioni concrete.

Al consiglio straordinario è intervenuto anche il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli a testimonianza che “la gravità del gesto ha colpito non un’azienda ma tutto il sistema montalcinese, che ha subito un gesto grave ed inaccettabile”. Il presidente e il sindaco hanno voluto sottolineare che “il territorio è attivo e laborioso e la solidarietà tra produttori, che da sempre rappresenta un grande valore, è totale”.

L’atto vandalico all’azienda Case Basse di Montalcino “non si tratta quindi solamente di azione che provoca un danno economico, se pur rilevantissimo, ma di azione che deve essere considerata un vero e proprio attentato alla cultura che il vino Italiano rappresenta“. Lo afferma, in una nota, l’ufficio di presidenza della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi) secondo la quale quanto avvenuto ha “dell’incredibile, oltre che dell’inspiegabile”. “Una cosa – prosegue la nota – è rubare 620 hl di vino di altissima qualità o meglio 6.800 casse da 12 bottiglie, per metterle in vendita sul mercato nero, traendo lauti e fraudolenti guadagni. Altra cosa è scassinare una cantina, aprire le valvole delle botti per scaricare nella fogna questo vino, frutto di 6 annate agrarie di lavoro, praticato in un terroir unico e irripetibile”.

Secondo l’associazione “i danni economici per la cantina e per l’indotto sono sicuramente ingentissimi, quantificabili in svariati milioni di euro, e a questi vanno aggiunti tutti i carichi biologici e ambientali” ma soprattutto con questa vicenda “la cultura Italiana ha subito uno sfregio lacerante“.