Il consumo di latte di origine animale è in forte declino. In particolare quello di vacca è negli USA protagonista di un calo del 37% nei consumi dal 1970 ad oggi, un dato che sale al 78% guardando nello specifico al solo latte intero.
In ragione del sempre maggior numero di casi di intolleranze alimentari che di coloro che hanno scelto di rinunciare al latte vaccino o comunque d’origine animale per scelta morale, come animalisti, vegani ad esempio, molte cose stanno cambiando nel mercato della produzione casearia.
Sul fronte animalista a spingere verso le varie tipologie di latte vegetale sono le condizioni delle vacche stesse all’interno degli stabilimenti produttivi, dove alcune indagini sotto copertura avrebbero rivelato trattamenti ben lontani dal già limitato rispetto per gli animali che la produzione intensiva di latte offrirebbe di norma.
Alcuni studi evidenzierebbero un maggiore assorbimento di calcio da latte vegetale piuttosto che vaccino, riducendo il rischio di possibili fratture ossee nei Paesi a più largo consumo rispetto a quelli con più elevato ricorso ai prodotti caseari di origine animale. In risposta a tali problematiche i consumatori statunitensi stanno rispondendo privilegiando il consumo di latte di soia, mandorle,riso, cocco, attratti anche dal loro particolare gusto. Inoltre questi prodotti contengono un buon numero di proteine, calcio e vitamine, utili al raggiungimento del fabbisogno giornaliero dell’organismo umano.