Un dossier che si basa sui dati provenienti da 105 Procure italiane ordinarie e ventidue minorili su un totale, rispettivamente, di 165 e ventinove. 

E’ arrivato il rapporto Zoomafia 2013 della Lega anti antivivisezione. Un dossier che si basa sui dati provenienti da 105 Procure italiane ordinarie e ventidue minorili su un totale, rispettivamente, di 165 e ventinove. Con risultati sorprendenti: sono 6245 i fascicoli aperti nel 2012. Ventiquattro, in media, al giorno, uno ogni ora.

Come avviene anche per altre fattispecie, le denunce presentate sono solo una minima parte rispetto ai reati effettivamente commessi. Inoltre, se è pur vero che non tutti i casi segnalati corrispondono a situazioni di reale maltrattamento, “rimane comunque una grande differenza tra denunce e condanne” replica l’autore del rapporto, Ciro Troiano.  Sul principale banco degli imputati la “zoomafia“; la rete illegale dai traffici milionari con diramazioni in tutto il mondo. Corse di cavalli clandestine con conseguente giro di scommesse, il mercato più ambito. Poi, traffico di droga, macellazione clandestina, lotte illecite, bracconaggio di specie rare e mercato del pesce. Sono solo alcune delle principali fonti di guadagno e violenze.

Per non parlare dei canili dove si compiono i più grandi abusi. Pessime le condizioni cui sono costretti i cuccioli durante i viaggi illegali dall’est Europa verso l’Italia. Un vero business che, dopo una fase calante, vive una nuova stagione d’entusiasmo.

Come si legge nel rapporto, sono 13600 i piccoli sequestrati l’anno scorso dal valore di circa un milione di euro, ventinove le persone denunciate, di cui quattordici cittadini stranieri. “Il commercio – prosegue Troiano – cresce perché ci sono sempre più acquirenti. In Italia è molto diffusa l’idea che l’animale sia una sorta di oggetto da portare in borsa, privo di qualsiasi dignità. Spesso si compra un cane e solo dopo ci si accorge che ha dei bisogni, lo dimostrano le violenze domestiche, le meno note ma anche le più diffuse, e gli abbandoni frequenti soprattutto in questo periodo”.

“L’unica soluzione è un’evoluzione culturale della civiltà“, commenta Marco Avanzo del Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali del Corpo forestale (NIRDA). “Il discorso sanzionatorio serve, invece, a contrastare la criminalità organizzata e gli imprenditori senza scrupoli che sono dietro buona parte dell’importazione clandestina e si servono di nuovi strumenti”.