Il contadino, colui che crea cibo col lavoro quotidiano. Ma anche l’archetipo sociale più antico e resistente. Un documentario ce lo illustra; Michele Trentini presenterà la sua opera a Verla di Giovo venerdì 30 gennaio. “Ho cominciato a vedere quello che mi stava attorno e che non avevo mai guardato con attenzione: non era solamente la campagna. Erano i campi e quello che nei campi succedeva.
Era la complicata faccenda, quanto mai antica e tuttavia sempre piena di novità e di imprevisti, del coltivare la terra”.
Sono parole di Giorgio Boatti nel suo libro “Un paese ben coltivato” (Laterza, 2014). Parole che ben si prestano a presentare “Contadini di montagna” (Cierre Edizioni- Antersass), un documentario realizzato da Michele Trentini, regista roveretano che, dopo “Cheyenne, trent’anni” e “Piccola terra”, con questo nuovo film prosegue la sua analisi della vita della gente di montagna, del suo rapporto con il territorio e il paesaggio, delle sue strategie di resistenza.
“Contadini di montagna” si inserisce in un progetto più ampio, “Talking Stones. Il racconto del paesaggio terrazzato”, realizzato dalle associazioni Lanterne per Lucciole e Imperial Wines grazie al supporto della Comunità della Valle di Cembra, della Fondazione Caritro, della Regione Trentino – Südtirol, del BIM Adige. Il lavoro di Michele Trentini è la conclusione di questa attività di studio e censimento che la Comunità della Valle di Cembra ha fortemente voluto, nella consapevolezza che lo sviluppo e la valorizzazione delle bellezze paesaggistiche di quel territorio passano inevitabilmente attraverso la conoscenza delle tecniche e dei saperi che nei secoli si sono sedimentati in una comunità che ha costruito, curato e conservato un sistema terrazzato che ha pochi eguali al mondo.
In “Contadini di montagna”, infatti, a parlare sono proprio i protagonisti di questo quotidiano lavoro di vera e propria tutela paesaggistica e manutenzione territoriale: i contadini, appunto, che davanti alla telecamera raccontano in prima persona la loro storia e la storia di una valle che nell’agricoltura ha un architrave della propria economia. Ma lo sguardo non è solo rivolto al passato: mettendo a confronto e in dialogo due generazioni, emergono le continuità e le discontinuità, la capacità di rinnovare e innovare le tradizioni, le necessità di innestare su di esse nuove conoscenze e nuove tecniche, l’urgenza di definire una strategia di sviluppo sostenibile per l’intera valle. Come scrive il prof. Mauro Varotto nel suo contributo al libretto allegato al DVD del documentario, i personaggi che Trentini mette in scena “si fanno perno di una riflessione critica sugli assetti ereditati, tasselli di un mosaico sempre più ampio, antesignani di una svolta epocale nel senso dell’agricoltura, della montagna, della vita”.