Arrivano buone notizie per la zootecnia da carne bovina nostrana.
Si tratta di un incremento dei quantitativi acquistati del 2,5% su base anno e di una crescita più marcata della spesa (+5%), in ragione di un aumento dei prezzi e di un maggiore orientamento dei consumatori verso carni di pregio. In seguito ai segnali di ripresa evidenziati alla fine del 2017, il primo trimestre di quest’anno sembra sancire l’uscita della carne bovina dalla crisi.
Lo afferma Ismea nel report “Tendenze” sul settore Bovino da carne, da cui si evince che il trend positivo degli acquisti ha interessato anche le carni suine e avicole, mentre per quelle di coniglio la contrazione dei è ormai senza freni. La domanda di carne bovina si sta spostando verso prodotti allevati e macellati in Italia, ma questa opportunità non è riuscita ancora a fornire uno stimolo sufficiente ad accrescere la produzione in Italia anche dei vitelli da ingrasso.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento dall’estero, nel 2017 l’Italia ha importato 7 mila tonnellate di carni fresche bovine in meno rispetto al 2016 ( -2,2%). Tra i principali Paesi fornitori si rileva un avvicendamento tra Polonia e Francia. La contrazione dell’attività di macellazione degli allevamenti transalpini ha favorito il sorpasso da parte della Polonia, diventata ora il primo fornitore dell’Italia di carni bovine, con oltre 73 mila tonnellate di prodotto spedito nel territorio nazionale.