Per il comparto agromeccanico uno degli emblemi dell’attuale fase di difficoltà è l’accresciuto prezzo del gasolio

Le ricadute delle recenti misure governative sul settore primario – oltre all’annosa questione nitrati – saranno i temi caldi del congresso dell’Abia, l’associazione delle imprese agricole e agromeccaniche che si terrà domenica 11 marzo a Cologno al Serio, in Località Muratella, con inizio alle ore 10 per i soci e alle ore 11.00 in seduta pubblica.

“La nostra assemblea – fa sapere Leonardo Bolis, presidente di Abia – cade in un periodo denso di cambiamenti e di incertezza sul futuro economico e politico sia del nostro Paese, sia dell’intera comunità internazionale. L’agricoltura e i comparti ad essa collegati non sono stati certo immuni dalla crisi, che peraltro ha iniziato a colpire il settore primario già nel 2008-2009”.

Per il comparto agromeccanico uno degli emblemi dell’attuale fase di difficoltà è l’accresciuto prezzo del gasolio, che impone costi rilevanti, per far fronte ai quali molte aziende stanno rimandando o addirittura cancellando importanti investimenti in tecnologie.

“Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Bolis – che le imprese agromeccaniche svolgono il 98% della raccolta di prodotti ed oltre il 70% delle altre operazioni colturali per conto delle aziende agricole di pianura, impiegando macchine di grande potenza: conseguentemente, hanno significativi consumi di carburante e, nei periodi di più intensa attività, acquistano l’equivalente di 5-6mila euro al giorno di gasolio”.

Alle perduranti difficoltà economiche si aggiunge un momento di incertezza del quadro normativo di settore: a Bruxelles è da poco entrata nel vivo la discussione sulla nuova proposta di politica agricola comunitaria, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2014.

“L’Unione europea ha previsto meno aiuti pubblici e maggiore confronto con i mercati – sottolinea Enzo Cattaneo, direttore di Abia. “Si prefigura una politica agricola in cui il budget a disposizione per i cosiddetti aiuti diretti alle imprese agricole si ridurrà sensibilmente, venendo solo parzialmente compensato dalle politiche per lo sviluppo rurale.

Si prevede anche una normativa più complessa e per nulla improntata a criteri di riduzione del peso della burocrazia: basti pensare che si passerà dall’attuale presenza di due soli tipi di aiuti diretti all’introduzione di ben sei categorie diverse di sostegno al reddito”.

In un quadro caratterizzato complessivamente da tinte fosche una buona notizia è rappresentata dal nuovo Testo Unico dell’Agricoltura lombarda, recentemente approvato dalla Regione. “Questa legge regionale – osserva Bolis – contiene un primo riconoscimento del ruolo svolto dalle aziende agromeccaniche come soggetti operanti a pieno titolo nel settore agricolo. La giunta regionale ha inoltre istituito uno specifico Albo delle imprese agromeccaniche lombarde”. Quest’ultimo provvedimento, secondo Abia, dovrebbe dare un colpo decisivo ad uno spiacevole fenomeno legato al lavoro sommerso, che vede attualmente un certo numero di operatori non professionali offrire servizi agromeccanici di scarsa qualità e in dubbie condizioni di sicurezza.