I soci del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop hanno approvato all’unanimità il Codice Etico, nel corso dell’assemblea annuale svoltasi per la prima volta in un bene confiscato alla camorra a Castelvolturno, diventato sede del Centro di formazione nazionale del

I soci del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop hanno approvato all’unanimità il Codice Etico, nel corso dell’assemblea annuale svoltasi per la prima volta in un bene confiscato alla camorra a Castelvolturno, diventato sede del Centro di formazione nazionale del Corpo Forestale dello Stato.

Grazie all‘introduzione del Codice Etico, per poter aderire al Consorzio di tutela è ora necessaria la presentazione, entro la fine di ogni anno solare, del certificato camerale antimafia. Inoltre vengono previste rigide restrizioni a chi vorrà far parte del Consorzio, soprattutto in termini di correttezza. Il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, è entusiasta della decisione: “Sulla legalità abbiamo compiuto un’altra nettissima scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti. Il Codice Etico, che già era stato varato all’unanimità dal cda, sarà d’ora in poi la nostra carta d’identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che, prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Tutte. Altrimenti non potranno trovare accoglienza né ascolto presso il Consorzio”.

In collegamento telefonico è giunto il plauso del presidente della Commissione Agricoltura dell’Unione europea, Paolo De Castro, con i saluti di buon lavoro del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. “Il vostro Consorzio sta vivendo un momento importante – ha sottolineato De Castro – e dall’Europa vi siamo vicini. A livello comunitario, infatti, stiamo cambiando le norme sui prodotti di qualità, rafforzando la protezione per quelli Dop e Igp“.

Per la prima volta ad intervenire in un’assemblea consortile sono stati chiamati due protagonisti del mondo dell’enogastronomia: uno chef, Gennaro Esposito (2 stelle Michelin con il suo Torre del Saracino a Vico Equense) e un pizzaiolo, Enzo Coccia (pizzeria La Notizia di Napoli), “a testimonianza – sottolinea il presidente Raimondo – del legame sempre più forte tra la mozzarella di bufala campana Dop e l’alta ristorazione, con i grandi chef che ormai si lasciano sedurre volentieri dalle virtu’ di questo nostro straordinario prodotto”.

Un plauso all’iniziativa è arrivato anche dallo scrittore Roberto Saviano, che ha inserito la mozzarella di bufala campana tra le dieci cose per cui vale la pena vivere. Saviano, in un post su facebook e twitter, ha scritto: “La mozzarella di bufala campana Dop ha intrapreso un percorso che dia sicurezza alla qualità e dimostri di non essere riciclaggio di camorra. Per dimostrarlo il Consorzio ha elaborato una serie di regole alle quali attenersi per rispettare la legalità. Due gli elementi fondamentali: l’obbligo di presentare ogni anno il certificato camerale antimafia e l’utilizzo di latte proveniente da allevamenti Dop. Anche questo significa amare la propria terra e sottrarla alle mafie“.