La quota più importante dei consumi è relativa all’acqua naturale, disponibile dai rubinetti delle nostre case, che ha rappresentato il 71% dei volumi di vendita

Notizie non buone per l’ambiente. Negli ultimi due lustri, infatti,  le vendite totali a volume delle acque minerali imbottigliate in plastica si sono più che raddoppiate, passando dai circa 5 miliardi di bottiglie del 2009 ai circa 10 miliardi di bottiglie del 2019: una crescita esponenziale, nonostante la guerra alla plastica si sia andata intensificando progressivamente.  Lo affermano i dati Ismea relativi al 2019. Gli incrementi delle vendite hanno interessato in modo particolare il Sud e la Sicilia (+ 2,7%), in un contesto di aumento generalizzato (+0,9% il dato nazionale).

Ma c’è un dato ancora più interessante; la quota più importante dei consumi è relativa all’acqua naturale, disponibile dai rubinetti delle nostre case, che ha rappresentato il 71% dei volumi di vendita:  7 miliardi e 200 mila bottiglie acquistate nel 2019, un valore quasi triplicato nel giro di soli 3 anni.

Le acque effervescenti, invece, nel 2019 sono state scelte dal 13% delle famiglie italiane, per un totale di circa un miliardo di bottiglie, contro le circa 500mila del 2016. Stessi numeri per quelle gassate che nel 2019 sono state comprate dall’11% dei consumatori, per un volume di vendita pari a circa un miliardo di bottiglie. Numeri più contenuti ma ugualmente rilevanti per le acque leggermente gassate che hanno incontrato le preferenze del 5% delle famiglie italiane (circa 500mila bottiglie, il doppio di quelle consumate nel 2016).