Lo studio del “Behavior & Brain Lab” dello Iulm, realizzato per i pastai di Unione Italiana Food

La pasta, simbolo della cultura italiana, non è solo un cibo, ma un’esperienza sociale che favorisce condivisione e convivialità. Non a caso, è l’emblema della Dieta Mediterranea che proprio della convivialità ha fatto una condizione necessaria, positiva per il corpo e la mente.

La convivialità fa bene alla salute

Negli anni, numerosi studi hanno dimostrato che mangiare in compagnia riduce lo stress, rafforza i legami sociali e influisce positivamente sulla salute fisica e mentale.

La pasta, motore di socialità

Quello che non sapevamo è che la pasta è propulsore di socialità: c’è un meccanismo di spinta alla connessione sociale che si attiva mangiando la pasta e che, per la prima volta, è stato indagato e misurato scientificamente.

Lo studio sulla pasta

Lo rivela uno studio italiano del “Behavior & Brain Lab” dell’Università IULM, realizzato per i pastai di Unione Italiana Food. La ricerca ha indagato la sfera della convivialità a tavola con un focus sulla pasta e, grazie all’uso di strumenti di neuromarketing, ha dimostrato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, capace di generare emozioni positive e di rafforzare i legami sociali in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni. 

Il brain Tracking

Per dimostrarlo, i ricercatori hanno utilizzato le metodologie neuroscientifiche e del brain tracking (l’analisi delle attivazioni cerebrali legate alle emozioni, della variazione del battito cardiaco e della microsudorazione), su un campione di 40 soggetti (20 donne e 20 uomini) divisi in 20 in coppie di età compresa tra i 25 e i 55 anni, senza allergie o intolleranze alimentari, appassionati di pasta (1 su 2 dichiara di consumarla quotidianamente e per il 53% è un vero e proprio comfort food), film e giochi.

La pasta, simbolo della Dieta Mediterranea

Lo studio ha così individuato l’effetto del consumo di pasta sulla qualità delle interazioni sociali, ha confrontato le emozioni positive e la connessione percepita in diverse esperienze condivise come la visione di uno spezzone di un film, la condivisione di un’attività ludica e una fase di interazione libera (che viene considerata come benchmark, visto il suo naturale livello di coinvolgimento sociale), identificando gli indicatori neuroscientifici, fisiologici e comportamentali che spiegano il ruolo unico della pasta nella promozione della convivialità.