Un 2024 in leggera crescita, ma non per tutti
È l’istantanea scattata dall’annuale report sui bilanci delle imprese del vino di Studio Impresa – Management DiVino, in partnership con il Corriere Vinicolo, che ha fotografato – da un lato – un mondo del vino capace di adattarsi strategicamente ad un contesto sempre più difficile e – dall’altro – un settore che avanza a velocità diverse.

L’oggetto dello studio
La ricerca – per il quarto anno in partnership con il Corriere Vinicolo – ha utilizzato i dati presenti nei bilanci del 2024 di mille aziende vinicole depositati presso il Registro delle Imprese alla data del 15 ottobre 2025. Su tali dati è stato individuato un campione di 877 società di cui fosse disponibile l’intera serie dei bilanci 2022-2024 tra tutte le cantine italiane che abbiano ricavi superiori a 1 milione di euro.
Lo studio ha incrociato le variabili relative a dimensioni, modello societario (privati e coop), modello di filiera (agricole o industriali) e modello di investimento (asset light o asset strong) per valutare i principali indicatori economici (ricavi, redditività, immobilizzazioni materiali, posizione finanziaria netta, patrimonio netto, valore aggiunto e oneri finanziari).
Le imprese medio piccole in sofferenza
Se è vero che l’ultimo esercizio si è chiuso con un complessivo +2% dei ricavi (+0,7% al netto dell’inflazione) sui risultati 2023, ben 415 imprese sulle 877 analizzate hanno perso redditività. E le performance sembrano variare soprattutto in base alla dimensione delle imprese. Stando allo studio, a registrare i risultati migliori (+8,4% l’aumento sui volumi dei ricavi nel triennio 2022-2024) sono infatti le grandi imprese con più di 50 milioni di ricavi che, pur rappresentando solo il 6,27% del campione, realizzano più della metà dei 13,4 miliardi di euro complessivamente registrati dall’indagine per il 2024. Seguono in terreno positivo le imprese con dimensioni di vendita comprese tra i 20 e i 50 milioni di euro (+4,5%), mentre diminuiscono molto (-9,9%) le aziende della fascia compresa tra 10 e 20 milioni di euro.
La relazione tra dimensione e redditività
Le imprese sotto i 10 milioni di euro, pur arginando le perdite nel triennio, rappresentano il 71% del campione ma esprimono solo il 17% dei ricavi del comparto. Una correlazione, quella tra dimensioni e reattività alle sfide del mercato, che si registra anche in termini di redditività: le piccole perdono terreno anche sul fronte dei margini. Le realtà più piccole, con ricavi inferiori ai 5 milioni di euro e compresi tra 5 e 10 milioni, registrano nel triennio le contrazioni più marcate (rispettivamente -16,4% e -6,4%). Al contrario, evidenziano un incremento significativo della redditività le imprese di dimensioni medio-grandi (ricavi tra 10 e 20 milioni, a +9,1%) e con fatturati superiori ai 50 milioni (+4,9%).
Le aziende con fatturati tra 20 e 50 milioni restano sostanzialmente stabili, con una lieve flessione (-1,2%).
La necessità di una riforma
Si rende forse necessaria una riforma strutturale del settore per sostenere la competitività dell’intero comparto. Nell’attesa, gli obiettivi aziendali dovranno concentrarsi sull’efficienza della propria impresa. I dati evidenziano la necessità di lavorare in generale sulla managerialità ma anche sulla dimensione delle imprese in un’ottica di razionalizzazione delle risorse e sostenibilità economica.
Le imprese tricolori, che hanno una superficie media del vigneto di 2,3 ettari contro i 10,5 francesi, devono puntare a un ulteriore irrobustimento, perché è chiaro che le dimensioni contano anche in ottica di attivazione di economie di scala.

Le dimensioni regionali
A livello regionale, il Veneto si conferma la prima regione italiana per volumi di ricavi, in crescita del 4,35% sul 2023, ma risulta solo 13^ per redditività. Toscana (con un primato regionale stabile irraggiungibile al 21,98%), Lombardia e Piemonte mostrano performance migliori nella generazione di valore, trainate da distretti di eccellenza come Brescia (il distretto del Franciacorta registra un Ebitda del 21,68%) e Livorno (a 53,75% grazie a Bolgheri).