Nel 2025 cala anche la produzione interna, già insufficiente
Con una Pac che non premia, il complicato scenario geopolitico ed economico da affrontare ed il conseguente lievitare dei prezzi, l’agricoltura italiana deve oggi affrontare anche nuove sfide, costituite dai dazi statunitensi e dal Mercosur che mettono a rischio la stabilità dei mercati. Sullo sfondo il comparto del grano, cruciale per la sicurezza alimentare, che in Italia e in Europa si trova ad affrontare la sfida dell’aumento delle importazioni extra Ue.

Grano ed import
In arrivo dal Kazakhstan 110mila tonnellate di grano duro; la notizia ufficiale è stata rilasciata dal Ministero dell’Agricoltura della Repubblica kazakha che rilancia il ruolo del Paese sullo scacchiere internazionale dell’import export cerealicolo.
Il carico di grano (corrispondente ad un quantitativo di circa 2750 camion) è atteso nei porti italiani in questi giorni. Elevato il rischio, secondo gli esperti, che si possano abbassare in maniera significativa le quotazioni del grano che, già ad oggi, sono sulla linea rossa e si attestano a circa 29 euro a quintale. In pratica nei fatti siamo già a quota 23-25 euro a quintale, che con l’aumento dei costi, in particolare dei fertilizzanti che arrivano dalla Russia e sono già penalizzati dai dazi ex embargo russo, riducono in maniera importante i margini di guadagno che sono ben al di sotto dei costi di produzione e lontani da ogni possibilità di redditività.
Tensioni geopilitiche sul grano
L’arrivo di quantità così importanti di grano rischia di destabilizzare l’andamento del mercato e di attivare la corsa al ribasso dei prezzi che già di per sé sono bassi. Inoltre, i cereali (ma vale per ogni referenza) che arrivano in Italia a prezzi bassissimi, sono prodotti con regole diverse da quelle europee e rischiano di nasondere insidie per la salute dei consumatori.
Si rischia di creare una spaccatura sul mercato italiano, già in una vera e propria crisi strutturale, per via del costante incremento delle importazioni, oggi ormai al 50% del fabbisogno nazionale contro la media tradizionale del 40%.
Un giudizio definitivo sulla campagna 2025 è ancora sospeso. Occorre attendere per capire quanto grano produrrà quest’anno il Canada, principale fornitore europeo, alle prese con le conseguenze del cambiamento climatico. E’ reale quest’anno il rischio di saturazione del mercato europeo, se si considera la guerra commerciale voluta da Trump che ha generato un vero e proprio muro commerciale con Ottawa, principale fornitore statunitense di grano.
La conseguenza plausibile, ma da verificare, sta nel fatto che si potrebbero riversare quantità aggiuntive di derrate canadesi sul mercato nostrano. Già dai dati relativi ai primi cinque mesi del 2025, si registra un aumento delle importazioni in Italia del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso con carichi importanti di grano già arrivati a inizio campagna dal Canada e dalla Turchia.

Estate 2025, 600.000 tonnelate di grano in meno
Secondo le stime di previsione, quest’anno l’Italia produrrà almeno 600mila tonnellate in meno di grano, aumentando il suo fabbisogno di approvvigionamento dall’estero. Rispetto alle tradizionali 4,4 milioni di tonnellate mediamente prodotte, se ne attendono circa 3,7 milioni così come emerso dal tavolo ministeriale per la cerealicoltura che si è riunito a fine luglio.