Il Prosecco Doc, la più grande Denominazione italiana sia in termini di volumi che di valore economico, in questi giorni si è trovato al centro di un dibattito sull’importante tema della protezione internazionale delle IG (Indicazioni Geografiche) sui mercati extra europei.
L’assenza delle bollicine più amate del mondo dall’elenco dei prodotti oggetto dell’accordo tra Unione Europea e CINA da un lato e dal CETA, (accordo di commercio internazionale) dall’altro, ha scatenato reazioni più o meno composte sullo sfondo di una ricerca di responsabilità, anche politiche.
Il Canada è un mercato che ha registrato un +24,9% di incremento nelle importazioni di Prosecco nel 2016 sul 2015; percentuale che sale al +25,9% se si guarda alla sola frazione di Prosecco spumante.
“Per quanto riguarda l’esclusione dal CETA, la cosa ci interessa relativamente poco in quanto lo scorso dicembre – precisa il Presidente Stefano Zanette – abbiamo conseguito un importante risultato: grazie all’efficace azione svolta dal Consorzio di tutela della DOC Prosecco abbiamo completato la procedura di riconoscimento dell’indicazione geografica Prosecco in Canada. Quindi in questo paese noi siamo già tutelati”.
Diverso il discorso – sempre in tema di tutela internazionale – della questione relativa all’esclusione del Prosecco Doc dall’elenco delle Denominazioni oggetto dell’accordo tra Unione Europea e Repubblica Cinese.
La negoziazione dell’accordo bilaterale fra Cina e Unione Europea è cominciata prima della nascita della Doc Prosecco che pertanto non è stata inserita nella prima lista delle IG europee richiedenti protezione in Cina.
“Va premesso – precisa il Direttore Generale del Consorzio, Giavi – che l’accordo prevede due liste di IG europee che otterranno protezione in Cina. Una prima, di 100 nomi, che entrerà in vigore con la sigla dell’accordo, e una seconda, di 160 nomi, che diventerà efficace dopo 4 anni dal perfezionamento dell’accordo che è stato ipotizzato per la fine del 2017 e diventerà quindi efficace a partire dal 2021. Fin dal 2013 il Consorzio si è attivato nel tentativo di inserire la denominazione Prosecco nell’accordo, visto il potenziale rappresentato dal mercato cinese e il conseguente rischio che altri vini etichettati come prosecco potessero entrare in Cina sulla scorta del crescente successo delle nostre bollicine”.