Entro la fine dell’anno non sarà più possibile utilizzare in etichetta denominazioni commerciali come “pomodori pelati” o “pomodori in pezzi” o ancora “passata di pomodoro” senza garantire che tali indicazioni corrispondano a prodotti definiti commercialmente e qualitativamente dalla legge.

La disposizione è contenuta nel Collegato agricoltura, legge approvata dal Senato in via definitiva il 5 luglio e in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale italiana.

Il consumatore che trovi sull’etichetta di una confezione la denominazione “pomodori in pezzi” deve essere sicuro che si tratta di conserve di pomodoro ottenute con pomodori sottoposti a triturazione o a taglio, con eventuale sgrondatura e parziale aggiunta di succo concentrato di pomodoro, privati parzialmente dei semi e delle bucce in modo che sia riconoscibile a vista la struttura fibrosa dei pezzi e dei frammenti.

Indicazioni generiche, come ad esempio “i cubettoni del contadino” o “i cubettini di nonna”, diverse da quella ufficiale non garantiscono che il prodotto sia conforme a quello previsto dalla legge.

Stop quindi all’uso di denominazioni usuali ma che ora devono corrispondere a precisi requisiti merceologici oltre che qualitativi i quali ultimi verranno definiti entro sei mesi con un apposito decreto interministeriale.

Le violazioni a quanto disposto comportano l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria.